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Le nomadi incinte fanno scoprire i subaffitti

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Case cedute a 40 mila euro o rilocate quasi a prezzo di mercato. Anche ai romani

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C'èanche chi subaffitta i graziosi appartamenti popolari a Colle Aurelio. Quello che tutti sapevano è ufficiale. Lo hanno scoperto l'altro ieri mattina i vigili urbani del gruppo Sicurezza pubblica emergenziale (Spe). Gli agenti diretti dal vice comandante del Corpo, Antonio Di Maggio, sono andati di nuovo a via Bo per fare altri due sgomberi, dopo i tre del giorno prima. E hanno scoperto una «situazione di illegalità diffusa». Anche «i subaffitti» confermano Dario Guitaldi, funzionario di polizia locale di Roma Capitale, e l'istruttore Roberto Mulas, tornati a via Bo insieme ai colleghi del Gssu, del Gruppo XVI comandati da Marco Giovagnuorio e ai poliziotti del commissariato Monteverde, diretto da Mario Viola. Il tappo è saltato. Ci sono anche le «case rivendute» a «40 mila euro». Non si può più far finta di niente. E ci sarebbero già una lista di nomi finiti nel mirino dei controlli. I vigili urbani hanno una lista di «inquilini» che fanno affari con le case bomboniera consegnate un paio di anni fa dal sindaco Gianni Alemanno per il disagio abitativo. In cerca di conferme di chi «specula» sulle palazzine a due piani, più piano giardino, con garage e posto auto e ogni confort, aria condizionata compresa. Fanno gola. Per la più grande di queste case popolare non si spendono più di 220 euro al mese, 70 per i tagli piccoli. Affittare a prezzo di mercato case così in una zona niente male, tra Pisana e Massimina, costerebbe cinque volte tante. E i furbi le rilocano a prezzi inferiori, con ampio margine di guadagno. L'imput a scoperchiare il vaso di Pandora è arrivato il 20 giugno, 8 giorni fa, con la lettera del Dipartimento alle politiche abitative, consapevole dei malumori che covano da mesi in via Bo. «La situazione è tale da configurare il turbamento dell'ordine pubblico» scrivono Bianchini e Iorio, che hanno informato Prefetto e Polizia, e suggeriscono di «valutare l'istituzione di un servizio di vigilanza temporaneo». Agli «Uffici di polizia locale» chiedono di «valutare la possibilità di destinare agenti» per «censire l'utenza dello stabile» segnalando «al servizio Autotutela occupazioni abusive e mancata stabile occupazione», madre di ogni male. Intanto si muovono anche gli inquilini. Stanno facendo «ronde» per verificare quali appartameni sono abitati e quali deserti. Uno dei cinque appartamenti sgomberati è stato riconsegnato. Uno è stato rioccupato da un disabile, aiutato ad entrare alzando le serrande, perché i vigili hanno cambiato le serrature. Un altro rioccupato solo dall'esterno, da una ragazza di 24 anni con la figlia, con una storia triste alle spalle. Il punto è che per ripristinare la legalità ci vuole tempo, è il concetto espresso nella lettera del Dipartimento che parla di «15 casi» nel mirino, su cui è stato avviato l'iter di controllo. «Ma una volta alla meta - dicono il presidente della Commissione Sicurezza di Roma Capitale, Fabrizio Santori e il consigliere Pdl del Municipio XVI Marco Giudici - si deve immediatamente procedere all'assegnazione agli aventi diritto».

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