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Scacco alle case popolari occupate con donne incinte

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Se entrano con la donna incinta vai via tu. Anche passare una giornata al mare potrebbe costare caro. Se c'è chi spia. Il basista. E chi è pronto a occupare. E quando rincasi c'è un nuovo inquilino che ha preso il tuo posto. È andata così a Colle Aurelio. Tor Bella Monaca. E a Garbatella ed Acilia. Una raffica di occupazioni di case popolari, l'ultima di cui si sa, giovedì. Stessa tecnica: l'uso di una zingarella col pancione per sfrattare i legittimi assegnatari. Una tecnica infallibile. Perché se dentro casa tua infilano una donna incinta sei fregato. Non esce più. Le forze dell'ordine hanno le mani legate. E ora è allerta anche nei quartieri residenziali alla vigilia delle ferie. A Villa Bonelli, XV Municipio, sono spuntate le ronde di nomadi col pancione attorno alle belle palazzine in cortina. Sarà solo un caso? E ieri, alle 10 di sera, una donna fotografava i primi piani in via Benucci e via Valperga. Con una donna incinta hanno occupato la casa popolare assegnata a Sandra Mauti, 49 anni, a Tor Bella Monaca. "Forse non era neanche vero - dice - ma il risultato è stato lo stesso". Lei neanche c'è riuscita a prenderne possesso. "Sono entrati prima di me". Con una "zingarella incinta" lunedì hanno "sfrattato" anche Alessandro Manciati, 53 anni, a Colle Aurelio, tra Massimina e Pisana in XVI Municipio. Hanno sfondato il muro attorno alla porta blindata mentre era fuori Roma per lavoro. "Una cosa così mai vista anche per i carabinieri", racconta. "I vigili urbani mi hanno detto: "porta fuori i mobili" almeno salvi quelli. La zingara ha sentito e con arroganza ha detto: sìsì portali via che questa adesso è casa mia". Abitava a Colle Aurelio anche Vincenza Bufalini, 70 anni, grande invalida, respira con l'ossigeno. Gli hanno occupato casa a febbraio durante una degenza di tre mesi in ospedale. Ora dorme in cucina a casa della figlia. Ricoverato anche Angelo Chiapolini, 79 anni, invalido. Giovedì notte, mentre era in clinica, gli hanno preso la casa. L'ultima recentissima occupazione. E anche in questo caso la banda ha usato la presenza di una donna col pancione per garantirsi la sicurezza della permanenza. Ma stavolta non hanno fatto i conti con la rabbia degli altri inquilini. Il giorno dopo l'occupazione, quando già erano interventute le forze dell'ordine, senza alcun risulato, ci hanno pensato loro a mandarli via. Storie raccontate in prima persona. La punta dell'iceberg. Chissà quante altre occupazioni restano un dramma risaputo solo da una ristretta cerchia di amici e conoscenti. L'uso di una donna col pancione. Un medoto che consente di legare le mani alle forze dell'ordine. "E infatti - dice ancora Alessandro Manciati - il capo dei vigili urbani del XVI Gruppo mi ha detto che non potevano mandarli via per questo". Un eventuale sgombero in questi casi "lo può ordinare solo il magistrato che può impiegare anche un anno per decidere". Un sopruso odioso. Che fomenta la rivolta. Come quella popolare che ha liberato la casa di Angelo, ad Acilia. Come è andata? "Mi hanno preso la casa che ero qui alla Mary House, la clinica", racconta Angelo, profugo romeno da papà italiano, 28 anni al deposito Atac di viale Trastevere. Che gli avevano rubato la casa l'ha saputo giovedì mattina quando gli ha telefonato un amico. "Mi ha detto: "Angelo non ti posso più annaffiare i fiori, ti hano occupato casa", ha raccontato venerdì, l'anziano, tuttora ricoverato nella casa di cura Mary House di Acilia. Lui abita poco distante, dall'altra parte della via del Mare. In una casa popolare al secondo piano a via Cesare Macari 5 a San Giorgio, una strada costeggiata dai palazzi gialli di 4 e 5 piani. "Li hanno costruiti coi soldi degli americani", racconta Angelo, che vive lì da 58 anni, dal 1954. Anche lui ha avvisato carabinieri e vigili urbani. "La caserma di Vitinia. Ma non hanno potuto fare niente". Per la presenza della donna col pancione. "Quando i militari hanno aperto la porta lei s'è fatta trovare stesa per terra su una coperta", racconta. Lui preoccupato non sapeva dove andare. "Gli ho detto: "resto in clinica". Ma il giorno dopo l'occupazione c'è stata un'insurrezione. E gli occupanti se ne sono andati. Come li hanno convinti? "Devono avergli fatto capire che non l'avrebbero passata liscia". Anche a Colle Aurelio lunedì hanno provato a cacciare gli occupanti. "Ma quelli - spiega Alessandro - avevano le pistole".

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