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La sanità è una bomba pronta a esplodere

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Cosìcom'è vero che la Regione in due anni ha dimezzato il disavanzo. «Abbiamo avuto la possibilità di vedere somme accantonate che non venivano sbloccate da molto tempo - aggiunge la Polverini - e abbiamo avuto una deroga alla stabilizzazione del 10% dei precari. Abbiamo stabilizzato 300 persone. O noi ci convinciamo che questa è la Regione più indebitata e sta facendo sforzi per mantenere i servizi oppure facciamo demagogia. Ma con la demagogia ci siamo ritrovati nella situazione di oggi». In ogni caso le stabilizzazioni devono seguire regole precise, le soluzioni devono rientrare nel quadro normativo regionale e nazionale. D'altra parte, con le deroghe non si scherza: il tavolo tecnico con i ministeri vigilanti sul deficit si è già detto indisponibile a sconti. La strada per il risanamento è ancora lunga. E parte anche dalla spesa farmaceutica. «Sono convinta che, anche rispetto alla spending review, questo è un passaggio obbligato. Stiamo lavorando col ministro della Salute e con l'Aifa perché è evidente che lo spreco dei farmaci è sotto gli occhi di tutti ed è una voce da cui si possono recuperare ingenti risorse - dice la Polverini - Sui farmaci c'è da fare un buon lavoro e da parte del ministero c'è un lavoro già avviato per far sì che questo rientri nell'ambito della rivisitazione della spesa pubblica generale». Non mancano, secondo la Polverini, le sfide vinte, come il San Filippo Neri: «Era stato dimenticato, ora sta diventando eccellente». I problemi però restano. La Regione non ha ancora ricevuto alcuna risposta sui fondi del riparto sanità 2012. «Se ci fosse la volontà, che noi scongiuriamo, di intervenire ancora sulla sanità il sistema entrerebbe in crisi. Le Regioni per sei mesi hanno contato sui fondi. È un problema serio che investe una parte importante del bilancio delle regioni», dice la Polverini. Ed è vero. Perché riparto sanitario a parte, il governo ha già tagliato 250 milioni per il 2013 e 500 milioni per il 2014 e l'ultimo tavolo tecnico del 3 aprile ha bloccato nuovi trasferimenti perché non insoddisfatto su alcuni punti cardine del Piano di rientro dal deficit: accreditamento dei privati, blocco del turn over, riordino della rete ospedaliera, livelli essenziali di assistenza e rete territoriale. Conti promossi, insomma, ma sulla riorganizzazione strutturale del sistema ancora non ci siamo. Se la Regione non provvederà a mettervi mano urgentemente nel 2014 il disavanzo tornerà indietro di due anni. Daniele Di Mario

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