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Preso il rapinatore «gentile»

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baciava il farmacista sulla guancia Raccicurava il titolare: «Quando potrò, ti ridarò i soldi»

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Stranomodo di mettere a segno i colpi. Era il modus operandi di Gianfranco Renzi, 36 anni, residente sulla Prenestina. Ieri è stato arrestato dai carabinieri della stazione di Casal Bertone, eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Roma dopo le risultanze delle indagini della Compagnia di Piazza Dante diretta dal capitano Ivan Riccio. La rapina che ha incastrato Renzi è stata commessa il 25 giugno di un anno fa, in zona Tiburtina. Ma non è escluso che altre razzie siano state compiute a Montesacro. Nelle denunce presentate alla stazione dei carabinieri di quella parte della città le vittime hanno riferito la stessa particolarità: il rapinatore finiva "il lavoro" col bacio sulla guancia del farmacista. Il 25 giugno 2011, il rapinatore solitario ha commesso due errori. Il primo: non si è accorto del sistema di videosorveglianza che lo ha ripreso durante tutta l'azione. Il secondo: ha detto al farmacista:«Poi devo andare al Sert», il servizio per le tossicodipendenze della Asl. Quel giorno, infatti, è entrato e si è diretto dal titolare. Gli ha detto: «Vieni, ti devo dire una cosa». Gli ha mostrato il martello nella borsa e poi lo ha avvertito: «Se non mi dai i soldi spacco tutto». Il farmacista, tranquillo, è andato alla cassa e ha preso i soldi, mentre i clienti guardavano lui e Renzi vestito con un paio di jeans a pinocchietto, maglietta nera, una sorta di zucchetto colorato sulla testa e occhiali da sole. Arraffato il denaro, circa 1.500 euro, il malvivente ha salutato il farmacista banciandolo sulle guance e cercando di rassicurarlo: «Quando potrò ti ridarò i soldi. Adesso devo andare al Sert». I carabinieri hanno incrociato le immagini con le fotosegnaletiche in archivio, hanno individuato Renzi, già noto per precedenti situazioni. Hanno verificato i fascicoli dei Sert e hanno stretto il cerchio. Ieri sono andati a prenderlo nell'abitazione in via Michelotti dove vive da solo. «Avevo sentito del rapinatore che si scusava col farmacista - riflette il presidente dell'Ordine dei farmacisti, Emilio Croce - è stato artestato dalla polizia del Prenestino. Ma questo mi mancava. Non tutti quelli che depredano le farmacie sono drogati, molti sì ma non tutti. È chiaro e ormai risaputo che le farmacie sono i bancomat dei rapinatori. Il fenomeno - continua Croce - è noto da tempo e non accenna a ridursi. Proprio in questi giorni stiamo ultimando una rilevazione tra le oltre mille farmacie esistenti tra Roma e provincia che ci consentirà di conoscere nei dettagli l'impatto della criminalità nell'ultimo anno e mezzo. Non tutti i titolari vanno dai carabinieri o in polizia a denunciare la rapina: alcuni sono sfiduciati, altri non vogliono perdere tempo in interrogatori e accertamenti che si porotaggono per il tempo delle indagini degli investigatori. Credo che questa mappatura darà risultati interessanti».

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