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Una seduta lunga, quella dell'Ufficio di Presidenza dell'Assemblea capitolina, nella quale il presidente Marco Pomarici, i vicepresidenti Samuele Piccolo e Ludovico Todini (Pdl) e Gianfranco Zambelli (Pd), assente Mirko Coratti (Pd), hanno preso v

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.L'accesso sarà consentito soltanto agli eletti (dai municipali ai parlamentari), a giornalisti accreditati e agli addetti stampa. Per quanto riguarda invece le sanzioni, a quattro persone, tra il pubblico che hanno invaso lo spazio a loro inibito dell'Aula Giulio Cesare, calpestando il mosaico e interrompendo lo svolgimento dei lavori, è stato interdetto l'accesso per tre mesi, ad altri sette per un mese, come previsto dal Regolamento. «È stato, poi, inviato - ha spiegato il presidente Pomarici - un richiamo ai consiglieri Marroni, Ozzimo e Athos de Luca (Pd), Mollicone (Pdl), Quadrana (lista civica per Rutelli), per il comportamento tenuto presso lo scranno della Presidenza». Discorso a parte invece per il capogruppo di Roma in Action, Andrea Alzetta, protagonista dei tafferugli, per il quale verrà disposta un'audizione dedicata. Il consigliere, già sospeso dall'Aula per tre giornate la settimana scorsa sempre a causa di atteggiamenti violenti - riferisce la nota del Campidoglio - verrà probabilmente censurato per un periodo più lungo. Misure che, seppure eccezionali per la vita del Palazzo Senatorio, appaiono un po' troppo «morbide» rispetto alla gravità degli eventi e soprattuto per chi li ha generati o non li ha saputi gestire. Quei filmati, che hanno fatto il giro del mondo meritavano forse sanzioni proporzionate. La prova del nove si avrà comunque oggi, quando si riprenderanno i lavori e si darà il via alla votazione degli emendamenti. Due comunque i nodi ancora da sciogliere per mettere se non una pietra almeno da parte quanto accaduto. Il «caso Lucarelli» e la tempistica della votazione della sospensiva. Sul capo segreteria di Alemanno, Lucarelli, ben visibile nei video diffusi mentre «sgambetta» un'esaltata del pubblico, l'ufficio di presidenza non si è pronunciato. Un fatto che ha alimentato, semmai ce ne fosse stato bisogno, le tensioni tra le parti. Anzi le fazioni. Il Pd Roma e soprattutto il capogruppo capitolino, Umberto Marroni, l'unico ferito nella rissa, è lapidario: «Il primo cittadino accortosi di non avere le regole e la politica dalla sua parte ha pensato di sostituire il dialogo alla forza, finanche alla violenza fisica, come dimostrano le aggressioni dei consiglieri Mollicone e Santori e cosa ancora più grave il gesto pericoloso portato a termine dal braccio destro di Alemanno, Antonio Lucarelli che ha appositamente fatto cadere una donna in aula. Immagini fanno male all'istituzione di Roma Capitale - ha aggiunto Marroni - Alla luce di tutto ciò è evidente che siamo di fronte a una questione democratica, chiediamo per questo come Pd la presenza in aula del sindaco Alemanno che ha il dovere di chiedere scusa ai romani e ai consiglieri per scene di violenza messe in atto dalla sua maggioranza nei confronti del Pd. Chiediamo inoltre che il voto dell'aula sia invalidato e la questione sospensiva non sia rimessa al voto in quanto inammissibile da regolamento». Indignata la Destra. «Che vergogna. A Rossin (capogruppo de La Destra) tre giornate di sospensione, ai teppisti scatenati ieri qualche buffetto...», commenta Francesco Storace e lo stesso Rossin parla di regolamento come carta straccia. E mentre le opposizioni si concentrano sul capo segreteria di Alemanno, il membro dell'Ufficio di presidenza del Pd, Gianfranco Zambelli annuncia la decisione dell'organo stesso di far ripetere la votazione. Annuncio tuttavia subito smentito dal presidente Pomarici. Eppure, basta guardare uno dei tanti video in circolazione e concentrarsi sul tabellone dell'Aula. Durante i tafferugli la votazione è aperta. L'esito appare proprio nel bel mezzo della scazzottata. Se non la politica, è molto molto probabile che la magistratura dichiarerà questa votazione palesemente nulla. Una bella beffa dopo tutto il caos e soprattutto l'umiliazione alla politica e alle istituzioni che i romani hanno dovuto subire.

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