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Ufficialmente il sindaco Alemanno non sarà in Aula questa mattina.

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Aulada una parte, giunta dall'altra. Facendo comunque sentire la sua presenza. «Roma non deve avere il permesso di "Tarzan" per andare avanti. Non siamo disponibili a far bloccare l'Assemblea capitolina» ha detto il "day after" sui tafferugli in Aula Giulio Cesare. «Non bisogna fare come la favola del lupo e dell'agnello - ha aggiunto Alemanno - c'è chi vuole impedire una votazione e chi vuole votare secondo il regolamento. Qualcuno ha tentato, non solo con la violenza ma anche con la resistenza passiva, di impedirci di votare. Alla fine si è votato e ora si va avanti. Se l'atteggiamento dell'opposizione cambia c'è la massima disponibilità a trovare intese sulle procedure. Se, invece, l'atteggiamento dell'opposizione continua a essere ostruzionistico e violento, teso a bloccare il normale andamento dell'Assemblea capitolina, allora non siamo disponibili, perché questo è un abuso d'ufficio, un blocco dell'istituzione». Un testa a testa con Tarzan che, replica: «La responsabilità del clima che si è creato in Aula è solo di Alemanno, che vilmente non ci ha nemmeno messo la faccia. Gli attacchi politici contro Alemanno non vengono solo dall'opposizione, anche la governatrice Polverini e la componente che lo ha sostenuto ha preso le distanze dal suo modo di governare la città - dice Alzetta - Infine, precisando che non sono istruttore di niente in nessuna palestra romana, dico che se è giusto punire il mio comportamento, è giusto punire anche coloro che con sgambetti e pugni hanno colpito i manifestanti dei movimenti e l'on.le Marroni». Il riferimento al capo segreteria di Alemanno, Antonio Lucarelli che ha «sgambettato» una militante del comitato per l'acqua, è più che esplicito. In una vicenda che si complica inesorabilmente ogni giorno di più, ci mancava il «caso Lucarelli» a rimpolpare le polemiche, non solo delle opposizioni. Il diretto interessato tace, così come il primo cittadino. Eppure qualcosa si dovrà pur dire. Lasciare al silenzio il pensiero della massima autorità istituzionale della Capitale potrebbe trasformarsi in un boomerang micidiale. Così come pensare che sia l'Ufficio di Presidenza a risolvere la questione che non è, e non può essere, solo regolamentare. È sin troppo facile immaginare i prossimi manifesti del Pd con il frame del capo segreteria che "sgambetta" e qualche slogan ad effetto. Un segnale concreto di distensione da parte del sindaco, dopo quanto accaduto non solo è auspicabile ma necessario. Parlare all'Aula potrebbe essere un ottimo inizio. Sus. Nov.

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