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Scompare il quoziente Mazzata sulle famiglie

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Unamazzata cui è seguita una levata di scudi. Primi fra tutti il sindaco di Roma Gianni Alemanno e l'assessore alla Famiglia di Roma Capitale Gianluigi De Palo. «Il Governo faccia marcia indietro» ha detto Alemanno, per cui è «incredibile che dal piano nazionale per la famiglia sia scomparsa la misura più importante, quella che lo rendeva veramente efficace: il fattore famiglia». Senza questo elemento il provvedimento è privo di ogni reale efficacia. «Non si può fare una vera politica familiare - dice il sindaco - senza un fisco riformato sui principi del quoziente familiare». E pensare che Roma Capitale, in un momento di grave crisi, ricorda Alemanno «ha applicato il quoziente familiare alla Tia, esonerando in questo modo 90mila famiglie romane dal pagamento di questa tassa, altrettanto dovrebbe fare il governo centrale, operando una coraggiosa scelta politica». O «sarà un'altra occasione mancata per provare a risolvere il problema del calo demografico che assegna all'Italia uno degli ultimi posti a livello europeo. Per questo conclude Alemanno «mi appello ai ministri Fornero e Riccardi, perché intervengano a correggere questo gravissimo errore». È un fatto: l'assenza di misure di sostegno nella riforma fiscale con il mancato inserimento del «fattore famiglia» nuoce alle nascite. «È grave che un Paese in declino demografico e in crisi economica non pensi ad adeguate politiche fiscali di sostegno alla famiglia» dice l'assessore a Famiglia, Educazione e Giovani di Roma Capitale Gianluigi. «La famiglia - dice De Palo - è da sempre una risorsa fondamentale e necessaria per il Paese. Per questo a Roma Capitale, nonostante le difficoltà economiche, siamo riusciti a far passare in Giunta il "Quoziente Roma". Mi preoccupa, pertanto, che a livello nazionale non si sia voluto intervenire sulle politiche fiscali, mettendo al centro la famiglia e con essa il futuro del Paese». Il Piano nazionale per la famiglia metteva al centro, in origine, il Fattore Famiglia e un fisco più equo per i nuclei familiari. «L'esclusione di questo componente-chiave dal Piano lo modifica sostanzialmente, snaturandolo. Comprendo le difficoltà economiche generali, ma servono misure capaci di dare il giusto ordine di priorità: i nuclei familiari non ce la fanno più a sostenere da soli il peso della grave crisi che sta minacciando le nostre città. Vi sia, pertanto, una maggior volontà politica di ricalibrare il welfare nazionale, rimodulandolo a dimensione familiare. È un investimento sul futuro». G. M. Col.

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