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Imu triplicata Commercianti tartassati

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Tre punti in più rispetto all'aliquota nazionale fissata al 7,6 per mille. La proposta di delibera sull'Imu, inserita nel bilancio comunale, parla chiaro: Imu al 10,6 per mille, vale a dire il massimo consentito ai Comuni dal Governo per tutti gli immobili, tranne la prima casa. Per chi è proprietario di un negozio o di un laboratorio artigianale significa un vero e proprio salasso, circa tre volte superiore a quanto doveva essere corrisposto con la vecchia Ici. Se il proprietario di un'officina di 3.500 mq. pagava con l'Ici circa 10 mila euro l'anno, ora ne dovrà sborsare 30 mila. Le associazioni di categoria lanciano l'allarme: «Con queste cifre molte attività sono destinate a chiudere». La proposta dovrà passare nella rata di giugno, si pagherà l'Imu al 7,6 per mille, comunque di più di quanto bisognava pagare con l'Ici la cui aliquota era del 4,6. A dicembre, se l'aliquota al 10,6 dovesse essere confermata, si pagherà la differenza. Per capire meglio. Prendiamo un negozio in pieno centro di 45 mq. con una rendita catastale di 5.635,84 euro. Con l'Ici il proprietario pagava 1.408,40 euro l'anno, con l'Imu e l'aliquota al 7,6 per mille ne va a pagare 2.473,58, vale a dire il 75,63% in più. Ma è con l'aliquota al 10,6 che si raggiunge il massimo, il costo schizza a 3449,98 ossia il 145% in più. Cifre insostenibili secondo la Cna di Roma, che lancia la sua proposta. «Dobbiamo fare una differenza tra chi è proprietario di un'attività e ci lavora e chi, invece, l'affitta - spiega Antonio Fainella -perché nel secondo caso ha una rendita.

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