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Dopo il ferimento, l'incubo sangue infetto.

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Mentrei militari cercavano di bloccarlo, lui ha reagito estraendo un coltello e colpendo all'impazzata. Un carabiniere ha schivato la lama. L'altro, il maresciallo, ha subito un taglio alla mano sinistra e la frattura dell'altra. Però l'africano non si è fermato. Ha continuato, ossessionato dall'idea di tornare in carcere dal quale era uscito da pochi giorni. La colluttazione è continuata, fino a quando i militari non sono riusciti a bloccare quella furia. Il maresciallo è stato sottoposto a controlli infettivologi al policlinico di Tor Vergata. Ora si attendono le risposte. Sposato, padre di famiglia, ha ricevuto una prognosi di trenta giorni. Il suo collega ne ha ricevuto venti. Nel 2004, il carabiniere è stato campione di karate. Né lui, né il sottufficiale erano modesti avverari. Il niferiano, sposato e padre di 4 figli, è stato seguito con un nordafricano a Valle Martella, dove risiede. Era entrato in casa a prendere la droga ed era riuscito per consegnarla al nordafricano. Si trattava di due ovuli di cocaina e circa 100 grammi di eroina. Alla vista dei militari, il maghrebino è fuggito e il nigeriano ha buttato a terra lo stupefacente, poi recuperato. Il maresciallo ha inseguito il nordafricano, mentre il collega ha cercato di bloccare l'africano. Ma il tentativo non è stato semplice. Lo spacciatore ha estratto un coltello minacciandolo. Il maresciallo ha visto la scena, tornando indietro in soccorso del militare. Quando il pusher di colore si è visto affrontato dai due carabinieri ha tentato la reazione disperata e cattiva, agitando colpi decisi, che avrebbero potuto uccidere. C'è stata la colluttazione, il ferimento e alla fine il nigeriano è stato arrestato.

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