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Mancano i chirurghi, sale operatorie ferme al Pertini per 10 giorni

Barelle nella corsia del pronto soccorso dell'ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli

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Un naso nuovo per il medico di Pronto soccorso del Pertini, aggredito martedì scorso, con un pugno in piena faccia, sferratogli dal padre di un ragazzo deceduto. L'uomo gli aveva fracassato il setto nasale, forse proprio mentre gli veniva comunicata la tragica notizia della morte del figlio. L'intervento di ricostruzione è riuscito. Ma le sale operatorie dell'ospedale in via dei Monti Tiburtini sono in fibrillazione, con «lo stop degli interventi di elezione» che parte «oggi» e non si sa quando finirà. Il blocco delle operazioni programmate dovrebbe continuare «per dieci giorni» spiegano i chirurghi. Ma per i medici, che da mesi malcelavano i malumori «non si sa quando si potrà tornare alla normalità». Di certo, profettizzano «non senza un organico adeguato». A questa emergenza si somma l'accorpamento di Chirurgia 1, Chirurgia 2 e senologia. Mentre da mesi sono chiusi Day Surgery e Ambulatorio Chirurgico. E in estate ormai ci siamo. Con la città che si riempie di turisti. E i tanti romani che resteranno a casa, per colpa della crisi. L'emergenza era annunciata. Tanto che, spiegano a mezza bocca i chirurghi «i capi dipartimento sarebbero stati allertati dai vertici aziendali per far capire ai pazienti in attesa di un intervento programmato che conveniva rivolgersi ad un altro ospedale» come «il policlinico Casilino» che fa comunque parte della stessa "parrocchia". Il peggio è alle porte. Usb pronta «allo sciopero», denuncia «servizi insufficienti nella Asl RmB e al Pertini» dove «mancano 20 tra chirurghi e anestesisti con liste di attesa che arrivano ai due anni, pre ospedalizzazioni bloccate e dirottate verso altri ospedali, day surgery inattivo, ambulatorio per visite e medicazioni chirurgiche al collasso per mancanza di personale. Pronto soccorso privato della presenza dei chirurghi nelle ore diurne e medicine bloccate per l'impossibilità di trasferire i pazienti che necessitano di un intervento. Infermieri, tecnici e ausiliari, costretti ad aumenti insopportabili di carichi di lavoro e ad effettuare doppi turni con l'incremento dei rischi di infortunio per sè e per i pazienti». La Asl RmB corre ai ripari. «Il direttore generale della Asl RmB, Vittorio Bonavita riguardo alla grave carenza di personale e al rischio di interruzione delle attività assistenziali fondamentali presso l'Ospedale Sandro Pertini - si legge in un comunicato diffuso ieri pomeriggio - sta provvedendo, in accordo con la Regione Lazio, all'acquisizione di personale medico». E «per evitare inutili allarmismi si comunica che è in arrivo un medico chirurgo dal San Filippo Neri e si stanno predisponendo gli atti per l'acquisizione di altri medici chirurghi e anestesisti. Tale iniziativa è volta a tutelare la salute dei malati che si rivolgono al nostro ospedale». Ma quando arriverà il chirurgo individuato al San Filippo Neri? E basterà a far rientrae l'emergenza che penalizza soprattutto i malati in lista d'attesa per un intervento programmato e fra questi in particolare i pazienti oncologici? Proprio il giorno del pugno in faccia al medico i chirurghi avevano colto l'occasione per puntare il dito contro la «pessima organizzazione». In particolare lo «scippo di tre medici al giorno prestati al box chirurgico» del Pronto soccorso, che invece «ha 31 unità», un prestito giudicato penalizzante se rapportato ai numeri dell'organico dei chirurghi «36 poi dimezzate a 18». E «5 sono malati» e «3 non fanno notti». La prova del nove della sofferenza in Chirurgia sono l'elevatissimo numero delle ore di straordinario, «tra le 40 e le 50 al mese accumulate dai medici». E sull'aggressione al medico del Pertini è intervento l'Ordine dei medici, con il presidente Roberto Lala, che ha lanciato un monito «sui tagli alla sanità», che innescano «una bomba sociale».

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