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Un milione e 200 mila euro più Iva per un macchinario mai usato

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Il prof. Martelli: sprechi. E gli ospedali come il Forlanini chiudono

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Èun apparecchio per agire sulle lesioni individuate dalla risonanza magnetica. E fu comprato all'insaputa del primario, senza una reale necessita. Ci sono le carte. La lettera della direttrice dell'Unità diagnostica per immagini Loredana Adami. E a distanza di due anni dall'acquisto, nel 2010, il Sistema di terapia con «Ultrasuoni focalizzati a guida Rm» ordinato dall'ex dg della prima azienda ospedaliera della città non è ancora stato usato. L'iter per metterlo in funzione non è arrivato al capolinea. Sprecati, per ora, un milione e 200 mila euro (e con l'iva si sale parecchio). Una cosa che apparirà intollerabile ai pazienti alle prese con il piano di rientro dal buco sanitario. E a medici e infermieri che fanno i salti mortali per mandare avanti la baracca. Anche quando, come è successo martedì al Pertini, prendono i cazzotti in faccia. Un'aggressione che ha dato la stura alla protesta delle sale operatorie senza chirurghi, che puntano il dito contro «una pessima gestione». La protesta serpeggia in tanti ospedali romani. A caccia di notizie eclatanti per conquistare l'attenzione mediatica. E accendere i riflettori sui problemi quotidiani in corsia. Come ha fatto il primario di Chirurgia Toracica, Massimo Martelli, al convegno «Quale futuro per l'ospedale Forlanini» a fine maggio. «L'apparecchio Ultrasuoni focalizzato costato un milione e 200 mila euro per l'Unità diagnostica per immagini diretta da Loredana Adami, che non lo aveva mai richiesto, non è mai stato usato, non è stata data mai la possibilità» ha detto Martelli. Uno spreco di soldi pubblici che stride con le condizioni in cui versa il Forlanini. Martelli paragona il macchinario mai usato al suo piano per rilanciare il Forlanini: un ventaglio di iniziative (le residenze sanitarie assistite, le strutture dei servizi della Asl RmD, la caserma del comando carabinieri Monteverde e le Officine protesiche Inail da realizzare al Forlanini con grande risparmio di risorse). Iniziative rimaste sulla carta. E ora l'ospedale «famoso nel mondo», dice Martelli, è «lasciato cadere a pezzi». E quando la decadenza supererà il suo valore chi lo acquisterà «a due soldi» dovrà pure essere chiamato «benefattore». Sulla necessità di evitare questo si sono detti d'accordo i numerosi partecipanti al convegno organizzato da Realtà sanitaria onlus. Presenti, il dg Aldo Morrone e il ds Simonetta Massafra, il sen. Domenico Gramazio, vicepresidente Commissione Sanità del Senato; Vitaliano De Salazar, commissario Asl RmD, Giuseppe Antonio Spata, subcommissario Sanità Regione Lazio, Ferdinando Romano, direttore programmazione sanitaria Lazio e Giuseppe Lavra, vicepresidente Ordine dei medici.

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