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All'Aventino e a Piramide case e negozi del boss

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Anchea Roma ririclava parte del suo tesoro il «re» dei videopoker, Giacchino Campolo, 73 anni, ritenuto affiliato alla 'ndrangheta. Ieri i militari del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza e del Gico di Reggio Calabria, in collaborazione con i colleghi dello Scico di Roma hanno confiscato un patrimonio di circa 330 milioni di euro, compresi quadri d'autore (Guttuso, Dalì, De Chirico). I beni nella Capitale: una villa di ventisei stanze all'Aventino, attività commerciali e appartamenti nei pressi della Piramide, a via Ludovisi (Porta Pinciana) e viale Pola (Nomentano). Le indagini sono partite nel 2008, coordinate dall'allora procuratore Giuseppe Pignatone (ora capo della procura di Roma), dal procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, Michele Prestipino Giarritta, e dal sostituto procuratore Beatrice Ronchida. La confisca è il provvedimento finale di un percoso investigativo secondo il quale l'imprenditore deve le sue fortune ai rapporti con esponenti delle cosche del Reggino. Il 14 gennaio 2011 in primo grado Campolo è stato condannato a 18 anni di reclusione, sentenza ora in Corte d'Appello. Tra le accuse quella di attività mafiosa ai danni di titolari di esercizi commerciali a quali imponeva i propri videopoker.Fab. Dic.

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