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La sinisitra grida allo scandalo antiabortista e dimentica che c'è il diritto a manifestare

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Nessunsimbolo di partito, perché la "vita", come il libero pensiero, non può avere magliette. Così però non è stato. Il patrocinio di Roma Capitale alla «marcia per la vita» e la presenza del sindaco Alemanno hanno scatenato l'ennesima bagarre. Da giorni il centrosinistra, Pd cittadino in testa, contestava il sostegno alla manifestazione del Comune di Roma. Una polemica salita a tal punto che la senatrice ed ex vicesindaco del Pd, Maria Pia Garavaglia ha ritirato la propria adesione. Toni durissimi dal consigliere capitolino, sempre Pd, Dario Nanni: «Il Comune di Roma ha dato il patrocinio a una manifestazione di integralisti, negazionisti, razzisti e omofobi, cui parteciperanno Forza Nuova e Militia Christi». Il carico da novanta lo mette poi Gennaro Migliore della segreteria di Sinistra Ecologia e Libertà: «La marcia antiabortista di Roma è un'iniziativa impresentabile». Con toni così elevati era dunque scontato che le femministe organizzassero un blitz con cartelli lungo il percorso della marcia per chiedere «consultori laici, liberi, gratuiti». Il riferimento alla proposta di legge regionale sulla riforma del settore presentata dalla consigliera del Movimento Per, Olimpia Tarzia è chiaro più che mai. Al di là del merito della legge 194 resta comunque il dato, squallido, della strumentalizzazione squisitamente politica e vagamente elettorale di un evento che in una democrazia dovrebbe essere garantito, a prescindere. Resta altrimenti difficile per il cittadino comprendere come mai un'istituzione debba dare il patrocinio al Gay Pride e non alla marcia per la vita. Di diritti comunque si parla. Perseverare nell'errore di attribuire a un diritto, piuttosto che a una libertà, la maglia di destra o di sinistra è di per sé una sconfitta, anche (o soprattutto?) per coloro che la pensano in maniera diametralmente opposta e ai quali viene garantita la libertà di esprimerlo. Sempre e comunque. Sus. Nov.

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