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Marco Cipriani CIVITAVECCHIA Fino all'ultima scheda.

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Frapoco meno di 15 giorni. Dati molto parziali quelli arrivati ieri sera da appena 20 delle 53 sezioni in cui i civitavecchiesi hanno votato. Il trend, tuttavia, appare già chiaro: nonostante i sondaggi dei giorni scorsi, è il sindaco uscente e leader della coalizione di centrodestra a tenere la testa davanti in questo sprint, con un dato che oscilla fra il 38 e il 40%; leggermente più indietro, il parlamentare del Pd e portabandiera del centrosinistra, il cui elastico agisce fra il 36% e l'ambito pareggio a quota 38. E si è respirata una certa aria di soddisfazione proprio nell'entourage del primo cittadino, anche se contornata da un'aura di scaramantico silenzio. Non ha voluto assolutamente commentare i dati parziali Moscherini, preferendo andarsene a casa, con un occhio all'Ipad collegato sul sito del Ministero dell'Interno. «Sono dati talmente parziali che non ci sembra il caso di sbilanciarci – commenta il suo segretario particolare – Il sindaco ora è andato a casa, ha preferito riposarsi, perché molto probabilmente da domani ripartiranno altri 15 giorni di campagna elettorale, che si sommeranno ai suoi numerosi impegni da sindaco». C'è poca voglia di sbilanciarsi anche nel comitato elettorale di Pietro Tidei, anche se il parlamentare del Pd un dato inconfutabile su cui fare una dichiarazione lo trova. «Non sappiamo quale sarà il risultato appena completate le 53 sezioni scrutinate – commenta – potrebbe esserci un sorpasso come potrebbe rimanere così. Il dato è che Moscherini è stato eletto 5 anni fa con il 55% dei voti ed il suo consenso si è ridotto fino al 40%». Complessivamente, permane la grande incertezza sull'esito finale di queste amministrative. L'impressione è che si ripartirà da uno 0-0 in campo neutro e che la vittoria si deciderà sul filo delle schede. Altro dato fondamentale di questo voto civitavecchiese, è la corsa al «consigliere» fra gli outsider. Qui, sempre in riferimento ai dati parziali, i civitavecchiesi non convinti da Tidei e Moscherini hanno dimostrato di preferire candidature che fossero ben definite. Al terzo posto, infatti, la corsa è fra Devid Porrello del Movimento 5 Stelle e l'ambientalista e portavoce dei commercianti locali, Giovanni Ghirga, che oscillano intorno al 6%; poco più dietro, c'è Mirko Mecozzi, appoggiato dai dissidenti dell'Udc e da Futuro e Libertà, che ieri sera era sopra al 4%. «Speriamo di entrare in consiglio comunale – spiega Porrello – Il fatto che il Movimento 5 Stelle abbia ottenuto questo risultato nonostante fosse composto da tutti nomi nuovi, conferma la bontà del nostro progetto: il Movimento non sarà mai personalistico, ma poggerà sulle idee». Freme, invece, Mecozzi: «Stiamo sul filo di lana – afferma – se entreremo in Consiglio, allora potremo fare tante belle cose. Altrimenti saremo costretti a fare la nostra politica con i mezzi che abbiamo, cosa a cui comunque non rinunceremo». Molto bassi, per ora, Alvaro Balloni (3%), Francesco Cappellani (2,8), Simona Ricotti (2,4) e Aldo De Marco (1,2). Proprio il risultato di Simona Ricotti, aumenta i rimpianti nell'area ambientalista per l'accordo non trovato con il medico no-coke, Giovanni Ghirga. C'è da dire che lo scrutinio è stato molto molto lento. Fra le cause, l'alta tensione che si è respirata nei seggi, soprattutto fra i rappresentanti di lista dei due candidati principali. Ci è giunta notizia di grosse diatribe e di tante schede nulle, soprattutto a causa di un'interpretazione molto rigida da parte dei presidenti di seggio, che ha portato ad annullare diverse schede dove era indicato fra le preferenze il nome del candidato ma non era barrato il simbolo del partito. Il fenomeno degli annullamenti e delle schede contestate si è spalmato in proporzione ai voti fin qui ottenuti, non andando ad alterare la reale distribuzione del consenso.

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