Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

E sul lago appare l'Arcobaleno

default_image

ContinuitàMonachesi si impone per soli 153 voti sul «traditore» Gasperini Il nuovo sindaco, erede di Colacchi, conferma l'egemonia del centrosinistra

  • a
  • a
  • a

Ben1.654 voti, pari al 36,36% rispetto ai 1.501 voti presi da Paolo Gasperini, altro candidato di centrosinistra sostenuto dal vicepresidente della Regione Luciano Ciocchetti e dal consigliere regionale Udc Pietro Sbardella. Vince, dunque, l'erede di Colacchi che ha raccolto un testimone di un decennio di governo di centrosinistra. Uno scarto di 153 voti ha separato Monachesi da Gasperini, ex vicesindaco che a poche ore dalle primarie del Pd si è dimesso da amministratore e ha riconsegnato la tessera del partito. Al terzo posto si piazza il candidato di centrodestra Alberto De Angelis, ex capogruppo Udc in Consiglio comunale, sostenuto dall'assessore regionale Armeni e dal segretario provinciale Udc Dionisi. De Angelis, ha incassato 740 voti, pari al 16,27%, riuscendo a garantire un seggio all'opposizione. In coda l'ex consigliere Pdl Raffaele Dalessandro con 351 voti (7,7%) e Paola Ceccarelli con 302 consensi (6,64%). «È davvero un'emozione per me aver vinto questa campagna - dice Monachesi emozionata, contornata da centinaia persone - sintomo che gli elettori hanno premiato il buon governo portato avanti dalla giunta Colacchi, ma hanno voluto anche credere e scommettere sulla mia persona. Mi sento onorata di indossare la fascia di primo cittadino sia come donna che come esponente del Pd. Ho sollecitato fino all'ultimo giorno i cittadini a tornare a riacquistare fiducia nella politica perché l'astensionismo sarebbe stato devastante». Castel Gandolfo si lascia alle spalle due mandati di governo di centrosinistra. Colacchi, la cui erede è il neosindaco Monachesi, a poche ore dalle primarie aveva dovuto incassare le dimissioni di Gasperini. Un fulmine a ciel sereno perché quest'ultimo, lasciato il Pd, ha trascinato con sé parte dei giovani del partito e la metà dei centristi. Nel centrodestra la spaccatura era meno evidente, ma la perdita c'è stata: Udc e Pdl (non sulla carta perché i simboli sono andati altrove) si sono uniti sotto il nome di De Angelis, capogruppo Udc in Consiglio. Un'unione che non ha gonfiato quel 27,4% preso alle scorse elezioni con De Negri, percentuale affatto minacciata dalla costola del consigliere Pdl Dalessandro.

Dai blog