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Caro taxi e centurioni. Giochi finiti

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Taxi, centurioni, Acea. E perché no, magari anche i rifiuti. È una settimana decisiva quella appena cominciata per il Campidoglio. Lo sa bene il sindaco Alemanno che proprio ieri ha incalzato su centurioni e tassisti, annunciando, per entrambe le vicende, che questa sarà appunto la «settimana decisiva». Sui centurioni il Campidoglio non intende cedere il passo. «Abbiamo fatto delle proposte: se le accettano, bene, sennò li dovremo mandare via» ha detto Gianni Alemanno, durante la sfilata rievocativa del gruppo storico romano, specificando che quelli che le erano accanto non erano «i centurioni del Colosseo». Le proposte dell'Amministrazione sono chiare: lontani dalle aree di pregio, non devono "fare pressing" sui turisti, devo+no avere un "patentino" per arginare gli abusivi e devono essere pagati "a cappello", come gli artisti di strada. Il sindaco ha poi tenuto a ribadire che, in ogni caso, i centurioni devono comportarsi «con molta discrezione e tenere un basso profilo, perché da 15 sono diventati 60 e non possiamo riempire tutta Roma di centurioni». Come dire, a buon inteditor poche parole. Ma se quello dei figuranti in abiti imperiali è tutto sommato un problema che riguarda il turismo e il decoro del Colosseo, sulle tariffe taxi la musica si fa molto più complessa. L'adeguamento, come ricordato in questi ultimi due anni, è quello Istat, ovvero si deve fare per legge. Dopo una lunga e a tratti imbarazzante battaglia in Aula Giulio Cesare il nuovo regolamento è stato approvato con tutta una serie di elementi in più come lo sconto per le donne o per chi va in ospedale e la fantomatica "ricevuta obbligatoria". Fantomatica perché non ha valore fiscale ma solo un apparente valore "morale". L'aumento però, che sarebbe dovuto entrare in vigore l'estate scorsa, non è arrivato e la crisi non aiuta la politica a decidere una volta per tutte. Un po' come lo studio di congruità delle tariffe, già fatto, già pubblicato ma che oggi si ritrova, ancora, al centro delle polemiche di giornata. Come se fosse nuovo di zecca. Il punto allora è uno soltanto, mettere in pratica quella giusta mediazione tra le esigenze dei tassisti e quelle dei consumatori, come ha detto ieri lo stesso Alemanno. E come i consumatori non possono permettersi, oggi più che mai, corse più care, partendo da cifre già alte, anche i tassisti da parte loro si ritrovano a pagare costi lievitati come quello della benzina. Per questo, la proposta dell'Assodemoscoop guidata da Angelo Mele andrebbe forse valutata: «Assistiamo a un film già visto – dice - le rivendicazioni di chi sostiene che gli adeguamenti tariffari non sono giusti le troviamo illogiche, come se i tassisti e loro famiglie non fossero consumatori costretti a subire gli sfrenati aumenti dei carburanti o dei pezzi di ricambio delle auto. Le tariffe sono vecchie di cinque anni e il loro adeguamento è stabilito per legge. L'alternativa è sempre e soltanto una, inserire adeguati incentivi pubblici, ad esempio sulla benzina che paghiamo allo stesso prezzo dei consumatori che lamentano il "caro taxi"».

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