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L'Udc è in crisi d'identità

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ma «prende» 21 consiglieri Nel 2008 i centristi nei parlamentini erano 8. Ora sono 29

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InXV Municpio, i consiglieri dell'Udc sono due, uno proviene dal Pd, l'altro dal Pdl. Hanno cambiato partito ma non schieramento. Basta andare sul sito del parlamentino guidato da Paris per scoprire che il consigliere Udc Vittorio Gualtieri è segnato in maggioranza, mentre il collega di partito, Romantino De Luca, fratello del consigliere capitolino Pasquale De Luca che dopo anni ha lasciato il Pdl per il partito di Casini, figura al contrario all'opposizione. Quello in XV Municipio è l'emblema di una crisi d'identità in cui versa l'Udc, che ha aderito al Terzo Polo ma di fatto va da solo e soprattutto non ha ancora deciso se giocare in solitaria alle prossime elezioni o entrare in una coalizione più ampia. Una confusione di obiettivi e ruoli che si riscontra anche in Campidoglio dove i cinque consiglieri agiscono sempre più raramente in sintonia. Eppure, nonostante le due anime dell'Udc, una che tende al centrosinistra, l'altra al centrodestra, il partito centrista a Roma è cresciuto a ritmo record. Soprattutto in periferia. Se infatti in Campidoglio si è passati da uno a zero consiglieri e poi da zero a ben cinque, nei 19 Municipi l'Udc conta, ad oggi un piccolo "esercito" composto da 29 eletti. Nel 2008 lo scudo crociato era presente con un solo consigliere nei Municipi VI, VII, X, XI, XII, XIII, XVI e XIX. Adesso il partito è presente praticamente in tutti i parlamentini, ad eccezione del III e del XX. Ma da dove arrivano tanti scontenti e, soprattutto nuovi voti? L'emorragia più intensa è quella del Pd che ha perso a favore dell'Udc 15 consiglieri municipali. Il record è del I Municipio dove si è passati da zero a quattro consiglieri di cui tre provenienti dal Pd. In VIII Municipio invece il gruppo è composto da due membri provenienti dal Pdl. In totale il partito del sindaco Alemanno ha "perso" a favore dei centristi cinque consiglieri, per la maggior parte legati a Pasquale De Luca. Per il resto, la lista civica Rutelli ne ha persi due e l'Italia dei Valori tre. Numeri, questi ultimi, fisiologici. A colpire è invece la fuoriuscita dal Pd che non solo indica una crisi interna al partito ancora sostanzialmente irrisolta, ma un'influenza interna alla stessa Udc che potrebbe determinare le prossime scelte elettorali. Anche in questo caso, il congresso romano, rinviato e ancora non ufficializzato, potrebbe e dovrebbe essere determinante. E illuminante.

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