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Nel fiume per sfuggire ai cani. Strage di pecore

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Recuperati solo una quarantina di capi su 182. Il pastore in lacrime: «Adesso come faccio?»

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Nonè il bilancio che arriva dalle tavole imbandite nei giorni di Pasqua e Pasquetta, ma l'epilogo di una sfortunata mattinata al pascolo nei campi di Tor Cervara, sulla sponda del fiume Aniene. Il signor Ettore Antonelli, titolare dell'omonima azienda agricola, stava sorvegliando il suo gregge – in totale 182 capi – quando sono sopraggiunti sei cani impazziti: mentre l'uomo perdeva il controllo della situazione, pecore e agnelli, sentendosi braccati, hanno tentato l'unica via di fuga che era loro rimasta, il fiume. La maggior parte è annegata. Le operazioni di recupero, che hanno impegnato dieci uomini tra vigili del fuoco e squadra sommozzatori, sono proseguite fino alle 18 di ieri e riprenderanno in mattinata: all'appello mancano ancora oltre 100 capi. Un dispiacere immenso, oltre che un importante danno economico, per il signor Ettore: «Ora non so che farò – guardava i vigili del fuoco al lavoro con le lacrime agli occhi – ogni creatura valeva circa 130 euro». Destino beffardo per gli animali scampati alle abbuffate dei giorni scorsi. Intenzione dell'imprenditore agricolo non era quella di venderli, almeno non per il momento. E quella di ieri doveva essere una tranquilla passeggiata sulle rive dell'Aniene come tante altre. Pastore e gregge sono partiti dall'azienda Antonelli, a Tor Cervara, intorno alle 10. Giunti all'altezza del depuratore, sono stati raggiunti dai cani randagi, che hanno seminato il panico obbligando le pecore a disperdersi: «Non potevo più controllarle – racconta Ettore – 20 sono riuscito a trattenerle lungo la sponda del fiume, le altre sono entrate in acqua. Ho visto subito che non riuscivano a venirne fuori, la corrente era forte, belavano ma io non ho potuto fare nulla». Intorno alle 10,30 è stato lo stesso pastore ad allertare i vigili del fuoco del distaccamento di La Rustica, che si sono subito messi al lavoro muniti di mezzi traino e gommoni dei colleghi sommozzatori di Roma. I cani, nel frattempo, si erano allontanati, lasciando dietro al loro passaggio uno scenario desolante. L'attività di recupero, vista la forte corrente, è stata impegnativa: la squadra sommozzatori è riuscita a trarre in salvo solo 19 capi, che si vanno ad aggiungere ai 20 che erano già stati messi al riparo dal signor Ettore. Dunque nel fiume, fino a ieri sera, risultavano ancora dispersi 143 animali. I soccorsi oggi torneranno sul posto, con la certezza che, considerate le correnti, i rinvenimenti potrebbero avvenire anche a diversi chilometri di distanza, si pensa in direzione Colli Aniene. Intanto il signor Ettore non si dà pace. Ieri ha assistito, per l'intera giornata, alle operazioni dei vigili del fuoco, lamentando tra le altre cose anche il fatto di non potersi rivalere su nessuno: «Quei cani non li avevo mai visti, non posso neppure incolpare il proprietario o chiedere risarcimenti, erano solo dei randagi che sono riuscito a far scappare quando era ormai troppo tardi». Il dispiacere più grande però è per i capi morti: «Erano tutti in salute, ancora non ci credo al fatto che siano annegati, sono distrutto». Degli animali recuperati, tutti dotati di numero identificativo, si occuperà l'Asl, che provvederà a svolgere tutti gli accertamenti del caso, mentre – tempo permettendo – vigili del fuoco e squadra sommozzatori torneranno a battere l'Aniene nella giornata di oggi, nella speranza di recuperare tutti gli animali che ancora risultano dispersi, molti dei quali difficilmente individuabili.

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