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Malagrotta o Monti Ortaccio Cerroni vicino al colpaccio

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Nessuna decisione dal vertice tra Clini e gli enti locali Il ministro:servono verifiche, ci siamo presi altro tempo

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Ilvertice tra il ministro dell'Ambiente Clini, il prefetto Pecoraro, il sindaco Alemanno, il presidente della Provincia Zingaretti e la governatrice Polverini che avrebbe dovuto trovare una soluzione all'emergenza rifiuti che rischia di mettere in ginocchio la Capitale, non è sfociato in alcuna soluzione. «Ci siamo presi ancora del tempo per approfondimenti perché ci sono delle tematiche tecniche puntuali che vanno ulteriormente approfondite», ha spiegato Clini uscendo dalla prefettura, dove si è tenuto il vertice a causa delle proteste organizzate dai comitati antidiscarica sotto al ministero. Il summit avrebbe dovuto indicare come e dove ospitare e smaltire i rifiuti romani dopo la chiusura di Malagrotta, prevista il 30 giugno. Quasi tramontana l'ipotesi Corcolle (il ministro Ornaghi ha chiarito l'inidoneità del sito), restano in campo Riano e gli altri cinque siti indicati alla Regione al commissario per l'emergenza rifiuti, Pecoraro. I tecnici del ministero stanno verificando le scelte effettuate dal prefetto per trovare la soluzione più idonea. «Abbiamo lavorato e stiamo continuando a lavorare - ha detto il ministro - Abbiamo i dati tecnici preliminari che abbiamo raccolto in questa settimana: ci dobbiamo lavorare ancora sopra. Siamo fiduciosi che riusciremo a trovare una soluzione che consenta a Roma una gestione efficiente dei rifiuti. Stiamo lavorando in tempo reale. Ci scambiamo le informazione e quando saremo arrivati a un punto di conclusione ci ritroveremo e concluderemo. Stiamo lavorando in fretta». Clini ha chiarito che nessun sito è stato scartato: «Stiamo lavorando sugli elementi tecnici che avevamo deciso di raccogliere quando ci siamo incontrati dieci giorni fa. Non ho preferenze. Stiamo lavorando esattamente sui documenti predisposti dalla Regione». Cioè sui sette siti messi a disposizione di Pecoraro, una documentazione sulla quale pende un'inchiesta della Procura per falso materiale e ideologico. Sulla possibile proroga di Malagrotta, Clini è stato invece lapidario: «Fateci finire di lavorare: noi siamo abituati prima a mettere in fila i numeri e a valutare e poi a dire cosa pensiamo, diversamente da chi prima dice cosa vuole e poi trova i numeri per giustificare la soluzione. È un metodo diverso, scientifico». L'impressione è che i nodi della vicenda sia venuti al pettine. E a ridere pare essere solo Manlio Cerroni, il patron della Colari e re di Malagrotta. La situazione può essere così riassunta: Alemanno non vuole una discarica nel Comune di Roma e non indica un sito alternativo a Monti dell'Ortaccio, adiacente a Malagrotta e, come il sito di Riano, di proprietà dello stesso Cerroni; la Regione in una lettera a Clini accusa Comune e Provincia di inadempimenti, pur avendo caldeggiato la soluzione commissariale; i due siti (Riano e Corcolle) scelti dal commissario su una rosa di sette messi a disposizione dalla Regione destano più d'una perplessità, c'è un'inchiesta penale aperta e l'ipotesi Corcolle-San Vittorino pare essere tramontata nonostante le insistenze del sindaco di Roma; la proroga di Malagrotta scade a giugno e un'ulteriore deroga metterebbe l'Italia nel mirino dell'Ue che ha già avviato una procedura d'infrazione; in attesa del nuovo sito di Fiumicino (pronto fra tre anni) e dell'avvio del quinto impianto Tmb, bisogna smaltire i rifiuti in eccesso da conferire in discarica e l'unico sito bell'e pronto è proprio Monti dell'Ortaccio, soluzione proposta ieri proprio dal ministro, ma scartata da Comune e Regione. Delle due l'una: o, come ebbe modo di ammonire Clini, «ci teniamo Malagrotta forever» o la si chiude e si conferiscono i rifiuti a Monti dell'Ortaccio. A meno che non spunti al fotofinish la soluzione Allumiere, più volte proposta. La proroga di Malagrotta sino a fine anno appare quasi scontata: per il conferimento a Monti dell'Ortaccio o ad Allumiere servirebbero sei mesi.

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