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Ma il popolo antidiscarica non abbassa la voce

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Eanche ieri è sceso in piazza sotto alla sede del ministero dell'Ambiente per manifestare e protestare. Sono arrivati da Fiumicino, da Riano, da Corcolle, da Monti dell'Ortaccio. Insomma, da tutte le zone coinvolte nel risiko dei rifiuti. Aspettavano un vertice che alla fine non c'è stato. O meglio, si è tenuto, ma non in via Cristoforo Colombo. Il summit tra il ministro Clini, il sindaco Alemanno, il presidente della Provincia Zingaretti, la governatrice Polverini e il prefetto Pecoraro si è infatti svolto in prefettura. Meglio Palazzo Valentini del ministero. La mobilitazione dei comitati alla fine ha consigliato il cambio di location. Tra gli slogan esposti nel corso del presidio: «fuori la mafia dalla gestione dei rifiuti», «no alla discarica a Monti dell'Ortaccio», «fuori il privato dalla gestione dei rifiuti». La protesta è iniziata sulle note della banda di Riano, il Comune in provincia di Roma dove Pecoraro aveva individuato uno dei siti per le due discariche post Malagrotta. «È sceso in piazza tutto il popolo antidiscarica della Provincia di Roma - ha detto il presidente del coordinamento di Riano No-discarica Giorgio Coppola - Da Corcolle a Monti dell'Ortaccio, da Riano a Pizzo del Prete. Con noi c'è anche il sindaco di Riano Marinella Ricceri che chiediamo possa intervenire al tavolo con il ministro». Intanto il dibattito politico non si ferma. Il consigliere comunale Udc Pasquale De Luca è netto: «Alla fine l'unico che ci guadagnerà sarà Cerroni. A perderci la salute e la vita invece saranno i cittadini della Valle Galeria e il sindaco ci perderà la dignità. Se, come sembra, la scelta cadrà su Monti dell'Ortaccio, ossia Malagrotta Due, come nuovo sito per la discarica dei rifiuti di Roma, Alemanno dovrà venire in aula Giulio Cesare a riferire quanto intercorso con Cerroni a inizio settimana. Mai come in questo caso è appropriato il detto di andreottiana memoria: a pensar male, alle volte, ci si indovina». Per il capogruppo IdV alla Pisana Vincenzo Maruccio «la sentenza su albano conferma il vuoto del Piano rifiuti della Polverini. La realizzazione dell'impianto, decisa da Marrazzo, era data in forte dubbio e tenuta i margini del piano rifiuti regionale: ennesima prova di come il piano, in realtà non fissi alcun punto fermo. Adesso Polverini e Alemanno, unendo le potenzialità delle due linee di Malagrotta, inspiegabilmente ferme, con quelle di Albano, potrebbero smaltire il 100 per cento del combustibile derivato da rifiuti». Per il consigliere regionale IdV Claudio Bucci invece «dall'incontro con il ministro Clini ci aspettavamo più trasparenza. Lo spostamento della sede dell'incontro e le bocche cucite alla fine non giovano al clima di concertazione e alimenta dubbi sempre più forti circa i criteri sui quali si deciderà il futuro dei rifiuti nel Lazio». Per il senatore Stefano Pedica «Clini non vuol dire che Malagrotta durerà fino al 2013».

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