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Tredici locali del Centro vittime della guerra di tavolino selvaggio

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Per loro non è valida la proroga Corsetti: «Non scherzavamo»

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Sonoi primi tredici locali del centro incappati nella guerra al tavolino selvaggio dichiarata qualche mese fa dal presidente del I Municipio Orlando Corsetti. Il provvedimento nei loro confronti può scattare da un momento all'altro perché la proroga di un mese, fino al 12 aprile, dell'ordinanza Alemanno, che oltre a impedire la rimozione degli arredi esterni non conformi, blocca anche i provvedimenti sanzionatori, non si applica nel caso di questi 13 esercizi, sanzionati per occupazione di tavolini e sedie parzialmente o totalmente abusiva e non per arredi non conformi. Si tratta di: «Osteria della Vite» in via della Vite 96-97; ristorante «Sugo» in via della Vite 91-93; ristorante «Ai Bozzi» in piazza Giuditta Tavani Arquati 105-107; pizzeria «Marina Grande» via Zanardelli 9-12; bar caffetteria «Mario Bertoni» via Merulana 266; ristorante «Carlo Menta» piazza Giuditta Tavani Arquati 102-104; «Taverna del Ghetto» via del Portico d'Ottavia 7b-8; «Baghetto» via del Portico d'Ottavia 2a; «Il Baccanale» piazza Campo de' Fiori 32-32a; «La Zucca Gialla» via del Governo Vecchio 86-87; «Squisito Caffè» via Merulana 241-242; So.Gen srl che gestisce un esercizio in via del Traforo 135; «B.OK» via Celsa 7B-7C-8. Gli esercenti titolari di questi locali avrebbero dovuto già ricevere la notifica dell'atto. Se non è ancora accaduto è solo questione di giorni, visto che i vigili urbani sono a conoscenza del provvedimento da gennaio, in alcuni casi da febbraio 2012, è scritto a chiare lettere accanto all'elenco in possesso del I Municipio dei 13 locali oggetto della «determinazione di chiusura». Dal momento della notifica inizia a decorrere il termine di 15 giorni. Poi il provvedimento diventa esecutivo a tutti gli effetti e scattano i sigilli al locale. Per l'esercente c'è sempre l'arma del ricorso. Già uno dei titolari dei 13 esercizi lo ha presentato. Dovrà sperare che il Tar si pronunci sul suo caso e gli conceda la sospensiva prima che arrivi la notifica del provvedimento. Quello che aveva annunciato Corsetti si è dunque avverato. «La chiusura di questi locali è la prova che non scherzavamo quando mesi fa abbiamo annunciato l'inizio delle rimozioni di tavolini e sedie abusive. Avevo chiesto pubblicamente agli imprenditori di rimettersi spontaneamente in regola per evitare in questo modo il provvedimento di chiusura del locale. Alcuni mi hanno ascoltato, altri, evidentemente, no». E la proroga dell'ordinanza non fermerà neanche le sanzioni dei vigili elevate per difformità degli arredi. «Non ho controllato personalmente, in realtà, lo stato dei verbali elevati in questi due mesi per la presenza delle stufe fuori dai locali – dice Corsetti – so però che per quanto riguarda questa ordinanza il Dirigente del mio ufficio è stato chiaro. L'ordinanza blocca la rimozione dei funghi caloriferi ma non la possibilità per il vigile di riscontrare l'abuso. Ho diramato una direttiva al comando della municipale del I Gruppo, raccomandando loro di verbalizzare eventuali arredi difformi». In poche parole, allo scadere della proroga, il 12 aprile, tutti i locali che avranno ricevuto almeno due rapporti amministrativi riguardanti arredi difformi, potranno incappare nella chiusura dell'esercizio.

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