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Costretti a tirare la cinghia Ma garantiremo tutti i servizi

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Il nodo delle liberalizzazioni. La delibera in aula prima della manovra

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Unpasso essenziale per l'intera manovra di bilancio. Per questo, verrà presentata prima. L'obbligo di legge per il Campidoglio, così come per tutti gli enti locali, è di scendere sotto il 30% delle quote di partecipazione anche delle società che erogano i servizi, quindi Acea, Ama e Atac. Ma se questo delicatissimo punto avrà i suoi effetti a medio termine, ci sono sacrifici che aspettano i romani sin da ora. Tutti, indistintamente, compresi assessori e delegati per i quali è stato deciso un taglio del 30%. Allo sport dell'80%. Al lavoro il presidente della commissione capitolina al Bilancio, Federico Guidi. Onorevole Guidi, un bilancio difficilissimo, a 14 mesi dal voto... «Ci troviamo di fronte a una manovra complessa e difficile, così come tutti gli enti locali che, a causa dei pesanti tagli ai trasferimenti imposti dal governo si trovano di fatto a dover pagare la crisi». I tagli del governo ammontano a circa 600 milioni, come trovarli? «Il governo dà la possibilità ai Comuni di alzare le aliquote Imu per quanto riguarda la casa. Si è deciso tuttavia di alzare al minimo quella per la prima abitazione. L'alternativa era non erogare più i servizi. L'impegno di questi giorni è quello di non aumentare le altre tariffe, come quella sui rifiuti». Occorrerà anche spendere meno, no? «Il sindaco ha già annunciato tagli a consulenze e auto blu, così come rivedere il tetto degli stipendi dei manager capitolini. C'è poi la centrale unica per gli acquisti che lo scorso anno ha fatto risparmiare del 30% le spese del Campidoglio. Un modello sperimentale che adesso anche il governo vuole mettere in pratica». E il contributo di soggiorno? «Personalmente non sono d'accordo a un suo aumento. Si tratterebbe di andare a sconvolgere un settore che è vero che tiene ma risente comunque della crisi e che porterebbe comunque 15 milioni di euro in più». La partita vera è sulla holding e sull'ingresso dei privati nelle società di servizio. «C'è un obbligo di legge che ci impone regole precise. Nessuno vuole svendere nulla ma anzi rendere più efficienti i servizi ai cittadini, anche con l'impiego di capitali privati che verranno reinvestiti per la città».

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