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I tecno-artigiani che "stampano" case e violini

Word Wide Rome, il violino Stradivarius Eos creato con una stampante 3D

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Le note senza tempo di Bach risuonano tra le volte dell'Acquario Romano.Quello nelle mani del musicista Sebastiano Frattini, però, non è un violino comune. Chi sa come avrebbero reagito Antonio Stradivari e Giuseppe Guarneri del Gesù davanti allo Stradivarius Eos, realizzato da una stampante in tre dimensioni, lastra su lastra come le pagine di un libro. Lo strumento si è guadagnato anche la copertina di Time, onore che al celebre liutaio cremonese o al suo storico rivale non è mai stato accordato. Questa e altre meraviglie della tecnologia sono state presentate ieri al «World Wide Rome - Makers 2012», la giornata promossa da Tecnopolo Spa e Asset Camera - Camera di Commercio di Roma. Protagoniste della «nuova rivoluzione industriale» le più interessanti realtà italiane del «Diy», do it yourself, l'acronimo che accomuna i nuovi imprenditori digitali. Avventurieri tecnologici che hanno portato a Roma idee, innovazioni e nuovi modelli di business. Ospiti del presidente del Tecnopolo Andrea Mondello, di Stefano Venditti, alla guida di Asset Camera e di Riccardo Luna, curatore della manifestazione, c'era Chris Anderson, direttore di Wired Usa, Dale Dougherty, fondatore di Make magazine e Massimo Banzi, inventore del software libero «Arduino». Tante le storie di successo raccontate dalla voce dei protagonisti. Come i due fratelli toscani di «Kent's Strapper» che costruiscono stampanti in 3d insieme a tutta la famiglia, nonno compreso. C'è Enrico Dini, l'imprenditore che crea al computer case, sculture e addirittura porzioni di barriera corallina utilizzate per ricostruire parti di costa. Le realizza a Pisa con una maxi-stampante che trasforma la sabbia in roccia. Storie coraggiose e fortunate, come quella dei tre amici che sono riusciti a fondare «Vectorealism», la loro impresa di laser design, grazie al premio vinto a un quiz televisivo. Come spiega Chris Anderson, «guru» dell'«internet delle cose» che ieri ha anche incontrato il ministro Passera: «L'atomo è il nuovo bit. Questa è la terza rivoluzione industriale». Una rivoluzione fatta di tessuti digitali e intelligenti, finestrini di auto che diventano schermi touch, orologi che segnalano la posizione dei familiari, chip che mandano un messaggio quando la pianta del salotto ha bisogno d'acqua. Mai come oggi il virtuale è reale. E concreto. Davide Di Santo

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