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"In Centro un sistema che sta bene a troppi"

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Orlando Corsetti (Foto Gmt)

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«In centro storico esiste un sistema che ha monopolizzato il commercio e l'edilizia». Orlando Corsetti, presidente uscente del Primo Municipio, ha raccontato alla Finanza i suoi sospetti sull'esistenza di una rete nascosta di intermediari e personaggi in grado di far girare grandi somme di denaro e di manovrare i fili della burocrazia con facilità. Una deposizione spontanea nata sulla scia dei racconti di alcuni imprenditori, tra cui il ristoratore siciliano Vincenzo Conticello, che due anni fa decise di aprire un'Antica focacceria nel cuore della Capitale, come quella di cui è proprietraio a Palermo. Si può parlare di racket? «No, parlerei piuttosto di un sistema. Dal racconto di Conticello emerge che un gruppo di persone hanno un monopolio nell'ambito delle licenze commerciali». Si spieghi meglio. «Hanno costruito un sistema di relazioni in grado di facilitare alcune operazioni agli imprenditori del settore. Sanno cose che gli altri non possono sapere e che permettono loro di giocare d'anticipo. Oppure sono semplicemente più bravi e più veloci di altri». In quello che descrive non c'è dolo... Perché ha deciso di andare dalla Finanza? «Perché nella storia raccontata da Conticello i mediatori immobiliari a cui si era rivolto gli avrebbero prospettato l'acquisto di una licenza di somministrazione con pagamento in nero per buona parte dell'ammontare della somma richiesta». Ha chiesto ai suoi uffici verifiche sulle licenze di somministrazione? «Ho chiesto come potessero esserci licenze in vendita visto che in centro storico il numero è bloccato. Mi hanno spiegato che poteva trattarsi solo di due casi: i permessi sospesi o le licenze a punti. Le prime possono essere tenute in «stand by» dal Municipio per un tempo massimo di un anno in caso, per esempio, di sfratto del gestore. Dal 2010 a oggi, poi, ne sono state concesse 15 del secondo tipo». Quindi è il proprietario della licenza ad avvisare il Municipio di sospendere il permesso... e se non lo fa che accade? «Succede che avremo licenze valide ma locali chiusi, a meno che non se ne accorgano i vigili urbani». Questo tipo di controllo spetta alla Municipale? «Certo, i vigili hanno il polso del territorio. Lo stesso vale per le chiusure per ferie. Sono i vigili che comunicano le date agli uffici del municipio». Può verificarsi il caso limite di locali rimasti chiusi per anni ma tenuti in vita dalla burocrazia? «Se nessuno se ne accorge sì». Crede che le licenze che sono state offerte a Conticello possano essere di questo tipo? «Può darsi». Può accadere che i vigili avvisino il Municipio e nessuno faccia niente? «È un'altra ipotesi»   Alcuni personaggi che si occupano di velocizzare le pratiche prendono 5 mila euro per una voltura. «Si vede che alcuni imprenditori sono di manica larga». Oppure non hanno tempo di aspettare i tempi biblici della burocrazia. Magari mentre aspettano devono pagare l'affitto del locale e sono costretti a chiedere un aiuto a certe persone. Crede che una burocrazia più snella e veloce possa mettere fuori gioco gli speculatori? «Il centro storico è particolarmente sensibile a questo tema. Io stesso ho chiesto più personale al Campidoglio e ho chiuso alcuni uffici per rinforzarne altri. Ma non serve solo un apparato tecnico più efficiente. Serve anche più trasparenza» Quindi è d'accordo con le rotazioni chieste dal sindaco per i funzionari della Municipale? «Gli uffici della Municipale e quelli del Municipio sono due cose diverse. Ho chiesto ad Alemanno di fermare il trasferimento dei funzionari dei miei uffici e l'ho ottenuto». Perché lo ha fatto, non crede che occuparsi per troppo tempo delle stesse pratiche possa creare una sorta di monopolio? «Oppure creare esperienza. Nei giorni scorsi ho rischiato di perdere funzionari in gamba e preparati con il risultato di esasperare i tempi per il rilascio delle pratiche». È stato mai ascoltato dal pool di magistrati che si sta occupando dell'inchiesta? «Si, mi sono presentato spontanemente e ho spiegato agli inquirenti la difficoltà della mia posizione: da una parte i funzionari che mi chiedevano di credere alla loro assoluta estraneità ai fatti, dall'altra la consapevolezza che tra le pratiche si annidi un'erba cattiva che va estirpata». C'è la volontà politica di estirparla? «No. Il sistema è così diffuso perché per anni nessuno ha mai fatto niente per fermarlo».

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