Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Uno su dieci denuncia «Negozianti terrorizzati»

default_image

Sos Impresa rilancia su mazzette e racket licenze Ma nel 2011 solo 30 hanno chiesto assistenza legale

  • a
  • a
  • a

SosImpresa, l'associazione antiracket promossa dalla Confesercenti, non si nasconde e mette il dito nella piaga: «Su dieci persone che vengono a raccontarci casi di usura o corruzione, solo uno poi ha il coraggio di andare a denunciare», dice la portavoce Bianca La Rocca. È qui il nocciolo del problema e, forse, il motivo per cui anche ieri dal vertice in Prefettura il messaggio è stato che «si tratta di singoli episodi e non c'è un sistema diffuso di racket». Per Sos Impresa questo sistema c'è eccome, l'inchiesta partita dall'esposto presentato nel giugno scorso dai Bernabei (per cui sono indagati cinque agenti della Municipale) non sarebbe quindi un caso isolato. Come non sarebbe un caso isolato il racket delle licenze denunciato alla Finanza dal presidente del I Municipio Orlando Corsetti a seguito di alcune segnalazioni dei commercianti, tra i quali anche Vincenzo Conticello, titolare dell'Antica Focacceria in piazza della Torretta. Il problema è che in pochi hanno il coraggio di parlare. Sos Impresa stima in cinquemila i commercianti vittima di varie forme estorsive. «È un dato che ricaviamo incrociando le chiamate che riceviamo al nostro numero verde con i dati diffusi dal ministero dell'Interno - spiega La Rocca - Ovviamente con questo numero intendiamo tutti i casi di criminalità, dall'usura all'estorsione, dalla corruzione alla concussione». Ma come funzionerebbe questo sistema? «Per quanto riguarda il racket delle licenze, spesso ci sono dei presunti operatori di società di intermediazione che propongono l'acquisto delle licenze in parte in nero. Tanti, fortunatamente non cadono nella trappola», racconta La Rocca. Poi c'è il fronte delle pressioni per ristrutturare i locali ed ottenere autorizzazioni tramite canali non ufficiali. La stessa La Rocca ricorda un caso a cui ha assistito in prima persona circa un anno fa: «Ero nel negozio di una mia amica, nel IX Municipio, quando si sono presentati due vigili urbani per un controllo. Le hanno chiesto tutta la documentazione e la mia amica ha tirato fuori tutte le carte, compresa la regolare autorizzazione della Asl. Gli agenti allora hanno detto che i lavori che aveva fatto agli impianti di scarico non andavano bene e che si sarebbe dovuta rivolgere ad una ditta convenzionata col Comune. La mia amica, che non è stupida, ha risposto che sarebbe andata dalla Confesercenti per farsi spiegare meglio la cosa. A quel punto i vigili hanno detto che dovevano andare e sono spariti». Casi come questo, ovviamente, non finiscono con una denuncia ma muoiono lì. Ma cosa sarebbe accaduto se l'esercente avesse acconsentito di mettersi nelle mani di questa fantomatica ditta convenzionata e avesse pagato un surplus di denaro non richiesto? I presidenti romani di Confcommercio e di Confesercenti, anche martedì in Prefettura, hanno ribadito di non aver mai ricevuto denunce su casi di estorsione. Sos Impresa invece è stata contattata: «Nell'ultimo anno abbiamo offerto assistenza legale ad una trentina di commercianti che hanno denunciato - racconta La Rocca - La maggior parte preferisce non imbarcarsi in una lunga trafila giudiziaria. La verità però è che c'è qualcuno che controlla il territorio. Basti ricordare che da gennaio a settembre 2011 ci sono state 282 attività colpite da incendi o danneggiamenti. Nel 2010 erano 390. Possiamo parlare di casi isolati?». Sul sito della stessa Sos Impresa è pubblicato il vademecum per chi decide di rivolgersi alla giustizia. Ma anche il Governo è al lavoro per incentivare le vittime di estorsione a denunciare. Il ddl anticorruzione è impantanato alla Camera. Ma sono già pronti gli emendamenti da presentare in Parlamento e che riprendono il lavoro della commissione istituita dal ministro della Funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi che alcune settimane fa aveva assicurato: «La lotta alla corruzione è priorità di questo Governo». Si tratta di una serie di norme che vanno a incidere nella pubblica amministrazione. Gli aspetti più innovativi sono il premio per chi denuncia e la garanzia dell'anonimato. Il premio non è altro che una somma al dipendente che segnala gli illeciti da calcolare in percentuale al denaro recuperato a seguito della sentenza di condanna. Tra le altre misure è previsto che le singole amministrazioni adottino «piani interni con finalità di prevenzione» che vadano ad individuare i settori più a rischio. Inoltre, dovrà essere intensificata la rotazione degli incarichi di chi è addetto ai provvedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi economici.

Dai blog