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Blocca rapinatore, il complice gli spara

La gioielleria di via della Primavera nel quartiere Centocelle (Foto Gmt)

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Roma a mano armata fa un altro ferito. Un cameriere di 32 anni che per fermare un rapinatore in fuga è stato colpito alla schiena dal complice. È successo ieri pomeriggio in periferia, a Centocelle, al termine di una tentata rapina a una gioielleria di viale della Primavera. In questa storia sono un paio i fatti eccezionali. I due balordi hanno rinunciato alla razzia perché i passanti hanno bussato contro il vetro del negozio dicendo loro: «Fatela finita, smettetela». E due commercianti vicini insieme col marito della titolare hanno rincorso i rapinatori, sono riusciti a bloccarne uno e mentre lo picchiavano il complice è tornato indietro e ha fatto fuoco ad altezza d'uomo lasciando a terra uno dei tre. La vittima è Giovanni Simola, dipendente della vicina pizzeria, trasportato all'ospedale Vannini: non è in pericolo di vita. Quando carabinieri e sanitari del 118 lo hanno soccorso il poveretto era ancora cosciente: «Ho visto il parapiglia e sono intervenuto», ha detto. Tutto comincia alle 18,50 circa. La titolare Daniela Sabelli, che dà anche il nome alla oreficeria, sta parlando al telefono col marito. Cristiano R. «C'è un ragazzo alla porta che non mi piace - gli dice - ha una brutta faccia». «Non gli aprire», risponde lui. Lei però cerca di non farsi prendere dai cattivi pensieri. E supera la paura dei paurosi ricordi per aver subito cinque rapine in diciotto anni di attività. E alla fine lo fa entrare: è a volto scoperto e le due telecamere all'esterno sono guaste. Purtroppo la buonafede non paga. Il tizio estrae la pistola e costringe la signora Daniela e la commessa a rimanere nel retrobottega. Poco dopo fa irruzione anche il secondo rapinatore, anche lui a volto scoperto. Ha aspettato a entrare perché il 4 novembre scorso il locale lo ha già razziato e se si fosse presentato per primo avrebbe rischiato di mandare tutto all'aria facendosi riconoscere dalla proprietaria. I due però vengono disturbati. Dall'esterno, sulla vetrina cominciano a battere con pugni e manate alcuni passanti che si sono accorti dell'aggressione. Vogliono farli smettere. Insomma, comincia la rivolta. I rapinatori sono sorpresi. La reazione della gente li mette in ansia. Sensazione che diventa panico quando uno dei malviventi domanda: «Dov'è Massimo, cazzo, dov'è Massimo?». Probabilmente è il terzo, il palo, improvvisamente sfuggito alla vista dei compari. Inoltre, sul bancone è rimasto il telefono aperto: dall'altra parte il marito della titolare ha sentito tutto. Scende in strada, sale in auto e sperona la vecchia Y10 bianca dei balordi, l'unica auto parcheggiata in mezzo alla strada. I due rapinatori mollano tutto e scappano a piedi. Ma c'è chi li insegue. Oltre al marito dall'orefice, si mettono a correre un dipendente della galleria d'arte vicina e il cameriere della pizzeria «Incontrada», poche serrande più in là; era uscito dal locale per comprare le sigarette. I tre riescono a bloccarne uno: lo spingono contro un cassonetto e cercano di bloccarlo. Il complice vede la scena, torna indietro e spara. Il proiettile centra il cameriere alla schiena. I balordi fuggono, lui rimane a terra, in ginocchio, subito soccorso dagli altri, con la gente che ha seguito la sequenza stando in strada e alle finestre. Roba da far west. Il tabaccaio parla di Bronx. Lui di rapine ne ha subite due. È esasperato, descrive la zona come facile preda di gente senza scrupoli. Ora è caccia all'uomo. I carabinieri della Compagnia Casilina ricercano due rapinatori, uno vestito di bianco. Il caso va risolto. Alla dimostrazione di insicurezza gli investigatori vogliono rispondere con una rapida cattura. Ieri sera sul posto assieme al colonnello del Gruppo Roma, Giuseppe La Gala, è arrivato anche il comandante provinciale Maurizio Detalmo Mezzavilla. In zona la vecchia Y10 bianca i commercianti l'avevano già vista, guarda caso in occasione di altre rapine. Forse sono stati loro. (Ha collaborato Erica Dellapasqua)

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