Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Racket dei locali. Indaga la Finanza Spunta il tariffario delle licenze facili

default_image

  • a
  • a
  • a

Si apre un altro fronte nel caso degli imprenditori taglieggiati. A svelarlo è il presidente del I Municipio, Orlando Corsetti, che fa sapere di avere già denunciato tutto alla Finanza con una lettera del 20 gennaio scorso. Stavolta parliamo di un presunto racket per il rilascio o il rinnovo delle licenze di somministrazione ai locali. «A gennaio un gruppo di proprietari di locali del centro storico mi ha raccontato di un mercato parallelo di licenze gestito da "professionisti" - racconta Corsetti. I commercianti mi hanno parlato anche di un tariffario: con cifre tra i 130 e i 150 mila euro si poteva acquistare e riattivare licenze di somministrazione bloccate o sospese. Una parte della somma, tra i 20 mila e i 30 mila euro, veniva riscossa con assegni, il resto poi in nero. Non mi hanno mai detto che si trattasse di vigili urbani, ma io ho fatto una denuncia alla Guardia di Finanza.   In un caso uno degli imprenditori, prima di pagare, venne in Municipio e si rese conto che la licenza che voleva acquistare in nero non sarebbe mai stata riattivata». Tra questi imprenditori c'è anche Vincenzo Conticello, titolare dell'Antica Focacceria (una sede a Roma dopo quella storica di Palermo) che da 6 anni vive sotto scorta per aver denunciato e testimoniato a Palermo nel 2006 contro i suoi estorsori. Conticello «aveva denunciato che sedicenti intermediari gli avevano offerto l'acquisizione di licenze di esercizio - spiega Corsetti - Le licenze attive, ma di fatto riferite a locali chiusi o inesistenti, si potevano trasferire in altri esercizi commerciali». Conticello oggi sorride amaramente e allarga le braccia: «Non me lo aspettavo davvero che mi avrebbero chiesto il pizzo pure a Roma. Stavo cercando un locale in affitto nel centro storico. Sono stato avvicinato da alcuni giovani tra i 30 e i 40 anni. Non si sono presentati come vigili urbani, facevano parte dell'intermediazione immobiliare. Mi hanno detto che le licenze sono a numero chiuso, ma che tramite un loro amico si sarebbe potuto fare qualcosa. Bastava versare tra i 130 e i 150 mila euro. Senza fattura, ovvio. Aa quel punto ho capito e ho detto un no secco». Il minisindaco sottolinea che «nel I Municipio ci sono interessi legati al commercio che generano appetiti di tutti i tipi. Esistono strutture parallele al Municipio che monopolizzano il mercato». Una specie di «agenzia quasi monopolista» che dominerebbe la compravendita di permessi per bar e ristoranti, proponendone l'acquisto a prezzi sotto il valore di mercato. Si tratta di licenze per attività commerciali sospese o che in seguito si rivelano inesistenti. Il pagamento avverrebbe in nero, con conseguente evasione fiscale e rischio di riciclaggio. Le verifiche dei finanzieri sono state avviate, ma sono ancora in fase «embrionale», secondo quanto si apprende. Bisogna ancora «configurare il fatto ed elaborare la conseguente strategia operativa», dice una fonte a conoscenza dell'indagine. Intanto, è stata aperta un'inchiesta interna in Municipio per accertare eventuali responsabilità. L'ha avviata lo stesso minisindaco, anche alla luce del trasferimento degli undici funzionari deciso dal Campidoglio. Otto sono dell'ufficio commerciale, tre dell'ufficio tecnico edilizio. «Ho avviato una verifica amministrativa interna finalizzata ad accertare la veridicità delle notizie apparse sulla stampa rispetto alle quali non ho a tutt'oggi ufficiale riscontro circa specifiche responsabilità», dice Corsetti. «In merito alla vicenda del trasferimento di undici dipendenti del Municipio I, intendo precisare che, pur essendo sostanzialmente d'accordo con il principio del turnover, oggi l'applicazione tout court di questo strumento rischia di apparire una misura punitiva nei confronti di persone a cui al momento non è stata imputata alcuna responsabilità».

Dai blog