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La guerra è iniziata con le stufe e i tavolini

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Iniziatutto con le ormai famose «stufe» che Corsetti, dopo anni di tira e molla su «possono stare fuori dai locali, non ci possono stare», «sono pericolose, non lo sono», decide di farle rimuovere. Un atto che provoca le ire degli esercenti e l'intervento del Comune. Prima ordinanza che ferma i provvedimenti sanzionatori, seconda ordinanza che conferma la prima. Ma il minisindaco Corsetti va avanti con le multe ai danni degli esercenti che le stufe le hanno lasciate fuori e allo scadere dell'ordinanza sono pronti a chiudere decine di locali. Altro braccio di ferro sui piani di massima occupabilità. Il Municipio si sta affrettando a farli, il Comune li mette in dubbio e sta preparando una nuova delibera che cancella le due esistenti. Chi la spunterà? Ora quest'ultima questione, chiusura dei locali alle 2 di notte, in barba al decreto sulle liberalizzazioni e al lavoro che sta facendo l'assessore al commercio Davide Bordoni per tentare di mettere d'accordo esercenti e residenti. Il Campidoglio al momento tace ma c'è da scommettere che non è disposto a tendere la mano a Corsetti. In fondo le elezioni non sono poi così lontane. Per molti infatti Corsetti prende queste iniziative proprio in prospettiva delle elezioni. Da. Ve.

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