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Il principe Barberini interrogato dal Noe

Il presidio con la tendopoli gonfiabile a Riano

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Sui rifiuti la Procura non perde tempo: un giorno dopo l'apertura dell'indagine sulla scelta dei due siti alternativi a Malagrotta, ovvero Corcolle e Riano, i carabinieri del Noe hanno iniziato a raccogliere le prime testimonianze. Giovedì è stato ascoltato il principe Urbano Barberini, coordinatore del movimento «Salviamo Villa Adriana» tra i firmatari dei vari esposti che hanno fatto scattare gli accertamenti. Due ore di «chiacchierata per discutere di tutte le perplessità di questo torbido progetto – spiega il principe – al termine della quale mi sono sentito confortato, i militari erano preparatissimi e molto documentati». L'inchiesta della Procura, coordinata dal procuratore aggiunto Roberto Cucchiari e affidata ai sostituti Maria Cristina Palaia e Alberto Galanti, punta a verificare se le indicazioni fornite dai tecnici della Regione al commissario straordinario Pecoraro corrispondano all'effettivo stato dell'arte sotto molteplici profili, dalla distanza dai centri abitati alle condizioni del sottosuolo. Il fascicolo è stato aperto contro ignoti, mentre i reati ipotizzati sono falso materiale ed ideologico. In particolare, e questo tema è stato oggetto di almeno cinque esposti nel caso di Riano, si contesta il presunto «copia e incolla» dell'analisi preliminare della Regione, che conterrebbe parti identiche allo studio ambientale presentato da Manlio Cerroni nel 2009, parti che peraltro riportano informazioni errate rispetto a distanze dalle case e attività delle cave. Insomma si indaga su criteri e rilievi che hanno portato all'individuazione dei siti e, non di meno, sul fatto che – secondo i denuncianti – in un documento della Regione sia stata sostituta l'area di Allumiere con quella di Corcolle, a soli 700 metri da Villa Adriana.   Dopo il blitz degli inquirenti in Regione, dove hanno acquisito documenti e ascoltato alcuni funzionari, i carabinieri hanno quindi allargato il raggio d'azione ad altri testimoni. «Mi è sembrato di capire che, in questi giorni, i carabinieri del Nucleo operativo ecologico sentiranno tutte le persone informate sui fatti – ha detto il principe Barberini – mi sono sembrati davvero intenzionati a scavare a fondo nella vicenda. Per quanto mi riguarda non ho fatto altro che ribadire tutte le incongruenze e le contraddizioni che denuncio pubblicamente da mesi, dal fatto che sia stato scelto Corcolle, il sito con più fattori escludenti di tutti, l'unico poco distante da un sito Unesco, alla singolare coincidenza che ha portato il Prefetto ad affidare gli studi alla Cidiemme Engineering, tra i cui proprietari figura Pietro Moretti, ovvero uno dei consulenti del Commissario Pecoraro». Incrociano le dita nella speranza che sia la magistratura a fermare il Prefetto anche a Riano: «Finalmente la Procura ha considerato i nostri esposti – dice Giorgio Coppola del coordinamento No Discarica, tra i firmatari della denuncia per falso ideologico – più passa il tempo, più ci sono prove a nostro favore». Tira comunque dritto la Regione: «Pecoraro ha fatto delle scelte sulla base delle aree che la Regione gli ha sottoposto, alla luce del contenzioso in atto credo che valuterà ogni passaggio importante», così Luciano Ciocchetti, vice presidente Regione Lazio. Che ha inoltre ribadito: «Villa Adriana dista due chilometri dalla cava».

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