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Vertice Pdl per dettare la linea alla Polverini

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Intanto il coordinatore romano perde un consigliere

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C'èchi pensa che la governatrice, stressata a sanità, rifiuti e un consiglio regionale che se non ostile certamente non collabora con la giunta possa addirittura arrivare a minacciare le dimissioni. C'è chi, invece, pensa a un semplice richiamo sulle presenze in aula e alla doppia velocità legislativa della giunta e del consiglio. Il Pdl, comunque non si farà cogliere di sorpresa. Prima dell'avvio del confronto con la Polverini, che avverrà a porte chiuse in un albergo della Capitale, il capogruppo, Franco Fiorito, incontrerà i suoi consiglieri. L'obiettivo è stabilire la linea da seguire nei confronti della presidente. Sul piatto non solo l'affronto della legge sulla tracciabilità dei prodotti agricoli, proposta dall'assessore Birindelli, esaminata e votata in commissione e poi, modificata con emendamenti a sorpresa al momento del voto finale in aula. I rapporti tra Pdl e governatrice infatti sono più freddi che mai. Sulla bufera rifiuti e, soprattutto, su quella scoppiata sulla sanità, nessun consigliere Pdl ha emesso giudizio. A respingere gli attacchi di Pd, Sel e IdV alla Pisana soltanto gli eletti della Lista Polverini (ma non tutti), i capigruppo di MpA, Pascucci e del Gruppo Misto, Paris. Un atteggiamento sin troppo chiaro che deve aver innervosito non poco la governatrice che non solo sta cercando di presentare la sua lista civica Città Nuove nei comuni del Lazio dove si voterà tra due mesi ma che pensa sempre più a un rimpasto di giunta. Ma se la Polverini può apparire in un momento di debolezza, il Pdl non se la passa meglio. I congressi locali che si dovrebbero svolgere a fine marzo (tuttavia manca ancora la data ufficiale) stanno creando non poche fibrillazioni. Dopo l'annuncio della candidatura alla segretaria romana di Massimiliano Maselli, a sostegno della mozione Baccini-Frattini-De Lillo, ieri l'uscita del consigliere capitolino Francesco De Micheli, dalla corrente Sammarco a quella del sindaco Gianni Alemanno. «Non amo le correnti - ha tenuto a precisare De Micheli - ma la politica di oggi obbliga a certe scelte e io ho deciso di stare col sindaco Alemanno, una persona che stimo e alla quale mi sento vicino». Un altro pezzo in meno dunque per il coordinatore romano uscente e sul quale resta tuttavia l'accordo principale per un congresso unitario. In questo quadro, le 28mila tessere della Polverini potrebbero essere decisive.

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