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I costi della metro C cresciuti del 6,4%

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Dopole dimissioni, poi ritirate dell'ad di Roma Metropolitane Federico Bortoli, lo sguardo si volge alle opere ancora da portare a casa. Si chiamano metro C (anche ieri la Corte dei conti è tornata a bocciare la triplicazione dei costi: «l'incidenza perniciosa della corruzione» ha fatto sì che siano stati «riversati sulla finanza pubblica costi insopportabili e moralmente inaccettabili»), prolungamento della linea A da Battistini a Torrevecchia e prolungamento della B da Rebibbia a Casal Monastero. Per quanto riguarda le polemiche innescate sulla linea C, il presidente di Roma Metropolitane Giovanni Ascarelli, che ieri mattina ha partecipato all'arrivo della talpa meccanica a piazzale Jonio, ha chiarito che «Bortoli ha ritirato le dimissioni perché ha avuto una testimonianza forte da parte dell'amministrazione». In serata Roma Metropolitane ha replicato ai magistrati contabili: «I costi della metro C non sono affatto triplicati. L'unico incremento è del 6,4%, da 1.720 a 1.830 milioni per la tratta in costruzione tra Pantano e San Giovanni. Aumenti giustificati dalla nuova normativa regionale del 2007 sulle terre e rocce da scavo». L'assessore alla Mobilità Antonello Aurigemma ha rafforzato questa spiegazione: «Il progetto della linea C è iniziato nel '90. Nel 2004 si è approvato un quadro economico e, da lì in poi, il legislatore ha cambiato una serie di normative: l'antisismica, i terreni, l'archeologica e l'ambientale che hanno portato a un incremento dei costi. Noi abbiamo più volte sollecitato un accordo proprio tra il legislatore e la Corte dei conti, altrimenti è l'amministrazione comunale a trovarsi danneggiata». Intanto si va avanti. Per quanto riguarda il prolungamento di 4 chilometri della metro B da Rebibbia a Casal Monastero con fermata intermedia a San Basilio (costo 560 milioni) il bando è già stato vinto dalla Salini, manca l'affidamento dei lavori. Dar. Mar.

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