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Fuga e morte sulle strade di Acilia

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Acilia, non si ferma all'alt e si schianta contro un bus (Gmt)

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Non si ferma all'alt dei carabinieri, fugge riuscendo finalmente a seminarli. Poi il sorpasso di una Panda e il frontale ad alta velocità con l'autobus che procedeva nella direzione opposta. Lo scontro violentissimo non lascia speranze al fuggitivo che, intrappolato tra le lamiere, muore sul colpo. Sono le 16,30 di ieri. Alessandro Forte, 42enne romano alle spalle diversi precedenti per reati contro il patrimonio, è alla guida della Fiat Bravo di proprietà del padre deceduto ma ormai di sua proprietà. Documenti in regola e nessuna sospensione di patente che risulti al momento agli investigatori, decide comunque di non fermarsi al posto di controllo dei militari a Vitinia dando anzi gas, deciso a far perdere le proprie tracce. La sua fuga si snoda lungo un paio di vie del quartiere, fino a via di Ponte Ladrone: qui, nel tentativo di superare la Panda che procedeva davanti a lui, si scontra frontalmente con l'autobus dell'Atac, la linea 013, che dalla via del Mare si muove in direzione Vitinia nel senso di marcia opposto a quello della Bravo ormai in fase di sorpasso. Impossibile per il 42enne evitare l'impatto mortale. Della sua utilitaria bianca non rimane pressoché nulla, se non la parte posteriore: l'abitacolo era completamente distrutto. Alessandro Forte è intrappolato in un ammasso di lamiere che gli stessi vigili del fuoco, intervenuti sul posto, faticano a tagliare impiegandoci oltre un'ora: hanno dovuto tagliare tutto il tettino della vettura per riuscire ad estrare il cadavere dell'uomo. Inutile anche l'arrivo a sirene spiegate dell'ambulanza: i sanitari, corsi per accertarsi delle sue condizioni, non possono che constatare il decesso avvenuto sul colpo. Illeso, invece, l'uomo alla guida della Panda e l'unico passeggero in quel momento nell'autobus, il conducente, è rimasto lievemente ferito, riportando soltanto alcune contusioni a una gamba per il violento impatto. Il traffico, deviato dagli agenti del XIII Gruppo della Polizia di Roma Capitale nelle vie limitrofe, è tornato scorrevole solo nella tarda serata, termianti i rilievi dei carabinieri. Lunghi gli accertamenti effettuati dai militari della stazione di Vitinia e della Compagnia di Ostia. Gli investigatori hanno trovato un grammo di eroina. Non è ancora chiaro se avesse armi con sé, magari da nascondere ai carabinieri, o se avesse – naturalmente sono ipotesi da verificare - messo a segno un colpo e temesse il fermo. Non è escluso che avesse anche l'assicurazione scaduta. Le indagini sono in corso mentre la salma è stata portata al Policlinico Gemelli per essere sottoposta, nei prossimi giorni, all'esame autoptico. L'episodio ricorda un altro inseguimento finito in tragedia a Roma, sul Grande Raccordo Anulare. Era il 30 luglio quando Bernardino Budroni, 40 anni, noto anche lui alle forze dell'ordine, morì raggiunto da due proiettili sparati dalla polizia che gli stava alle calcagna. A chiamare gli agenti, mettendoli sulle tracce del 40enne, la ex compagna. Terrorizzata dalle minacce di Budroni, andato poco prima sotto casa sua in via Quintilio Varo nel quartiere Tuscolano minacciandola e tentando di sfondarle il portone, aveva telefonato al 113 dopo aver sentito i colpi esplosi a salve dall'uomo. All'arrivo dei poliziotti, improvvisò una fuga cercando di investire un agente che aveva provato a fermarlo.

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