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Roma Capitale sfida finale

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IlPd «incastra» la Polverini Riforma agli sgoccioli. I democratici vogliono più poteri

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Èquesto l'assist più importante che il Pd capitolino serve ad Alemanno, «per evitare - dice il capogruppo Umberto Marroni - che anche questa riforma finisca nel nulla, come tante iniziative di Alemanno e chiediamo alla maggioranza del sindaco di sostenere queste proposte, mettendo da parte la propaganda». Un saggio pensiero, quello di Marroni che ieri insieme agli altri consiglieri capitolini e al deputato e relatore in Bicamerale, Marco Causi (ex assessore al Bilancio con Veltroni), hanno presentato dieci modifiche al Secondo decreto di Roma Capitale che è arrivato ormai al traguardo finale. La proroga di 15 giorni concessa l'altroieri servirà infatti a migliorare la storica riforma. Il testo attualmente in discussione «deve essere rafforzato, altrimenti meglio farlo decadere», sostengono gli esponenti del Pd che chiedono: quantificazione dei costi per la funzione di Roma Capitale, fondi fuori dal Patto di Stabilità, modernizzazione delle legge 396/90, che permetterebbe di inserire la città nel circuito di programmazione degli investimenti pubblici nazionali, finanziamenti diretti senza intermediari, devoluzione delle funzioni da parte della Regione con clausola di salvaguardia che ne determini l'esatta tempistica alle devoluzioni patrimoniali (a partire da Eur spa, ferrovie regionali e caserme) fino alla riunificazione del bilancio del Comune con la gestione straordinaria del piano di rientro e al secco no all'aumento del numero di assessori e consiglieri. Di un rafforzamento di poteri aveva parlato anche il presidente della Provincia, Nicola Zingaretti, candidato in pectore del centrosinistra alla guida del Campidoglio. Del resto, Roma Capitale resta l'ultima sfida, per tutti. Per Alemanno, ovviamente. Dopo lo schiaffone delle Olimpiadi, la rinuncia alla Formula Uno, piegato dall'emergenza maltempo, il sindaco deve ora puntare su pochi obiettivi da centrare entro il 2013. Roma Capitale è senza dubbio il primo e tra i più importanti. Portare poteri e autonomia a Roma farebbe entrare, comunque, Alemanno nella storia istituzionale del Paese e dunque fare da trampolino a eventuali, probabili incarichi nazionali. Per il centrosinistra si tratta invece di appoggiare una riforma,d ella quale proprio loro potrebbero essere i primi fortunati beneficiari.

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