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Tassista ubriaco accoltella automobilista

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Il conducente ha tamponato una vettura mentre parlava al telefonino. Poi la lite e il ferimento

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Hatamponato l'auto che aveva davanti e, quando il conducente è sceso per chiedere spiegazioni, gli ha affondato la lama quattro volte nel corpo. Quindi si è dato alla fuga senza soccorrerlo. Protagonista dell'episodio di violenza un tassista di 34 anni in forza alla cooperativa 3570, che è stato rintracciato e arrestato dagli uomini del commissariato Prenestino diretti da Mauro Fabozzi. È accaduto martedì sera in via Collatina, nel quartiere Prenestino. Erano le 21 quando R.B., a bordo di Hyundai, ha urtato la parte posteriore della vettura condotta da un medico di 64 anni. Il professionista è sceso per verificare i danni e tra i due è nata una discussione. Il tassista è passato dalle parole ai fatti e, estratto un coltello, ha pugnalato il medico due volte a una gamba, a una spalla e all'avambraccio che l'aggredito aveva sollevato per difendersi dalla furia del driver. A questo punto, è risalito sulla sua auto e si è allontanato. Alla scena hanno assistito alcuni testimoni, fra i quali una donna che, dal balcone, è riuscita a prendere il numero di targa del taxi. Mentre il ferito veniva trasportato in ambulanza al Pertini, dove è stato giudicato guaribile in 15 giorni, sul posto sopraggiungevano le auto del commissariato. Gli agenti di Fabozzi organizzavano una battuta in zona e, poco dopo, rintracciavano R.B. a Tor Pignattara, sotto casa della fidanzata. L'uomo era molto agitato, il suo alito tradiva l'assunzione di alcol e nella tasca del giubbotto aveva ancora l'arma da taglio con tracce di sangue. Accompagnato in commissariato, il tassista si è rifiutato di sottoporsi all'esame del tasso alcolemico e si è giustificato sostenendo di essere stato aggredito dall'altro automobilista e di aver impugnato il coltello per difendersi. Versione sembra smentita dai testi oculari. Al termine degli accertamenti, R.B. è stato arrestato per lesioni aggravate e omissione di soccorso e denunciato per rifiuto di accertamento dello stato di ebbrezza alcolica. L'arresto è stato convalidato ieri dal giudice per le indagini preliminari e il tassista si trova ora a Regina Coeli. «Se venissimo a conoscenza che quel tassista fa parte della nostra organizzazione, ne sarebbe immediatamente escluso», assicura Loreno Bittarelli, presidente del «3570». L'episodio ha provocato polemiche sui controlli a cairco dei conducenti delle auto bianche. «È un fatto che la dice lunga sul dilagare di fenomeni di violenza a cui la metropoli ci sta purtroppo abituando in questi ultimi periodi - dichiara Angelo Mele, vicepresidente Mobilità di Assoforum 2007 - Ancora più grave è il fatto che il tassista sarebbe stato colto alla guida in stato di ebbrezza, malgrado il Comune abbia introdotto i controlli droga-alcol nel recente regolamento comunale. Evidentemente occorre fare controlli a tappeto su tutti i certificati medici consegnati all'Agenzia della Mobilità. Roma, i romani e i tassisti onesti non possono più accettare fenomeni di violenza e devono essere rassicurati che i controlli sui tassisti siano frutto di certificati veri e non falsati. Aurigemma ha l'obbligo di intervenire e fare luce su questa vicenda». Immediata la replica del Campidoglio: «Assoforum 2007 ha rispolverato il concetto del "piove, governo ladro" - risponde il presidente della Commissione Mobilità di Roma Capitale, Roberto Cantiani - Solo così, infatti, può essere letto un attacco assolutamente strumentale all'assessore Aurigemma e a tutta l'Amministrazione. Per Assoforum, in pratica, se si verifica un litigio in strada la colpa è di chi governa la città. Il comunicato dell'associazione, poi, si produce in un paradosso logico straordinario: prima sottolinea come il nuovo regolamento sul trasporto pubblico non di linea obblighi gli operatori a produrre una più puntuale documentazione sulla propria salute psico-fisica, poi, però, denuncia il supposto immobilismo dell'Amministrazione. Della serie: poche idee e confuse». Controreplica Mele: «Nessuno accusa il Campidoglio per il fatto specifico. La nostra è una critica costruttiva. Il problema è che i certificati vanno controllati, come impone il regolamento, verificando le analisi se sono stato fatte o rifacendole se non sono state fatte. Perchè non è giusto - conclude Mele - che per pochi che non rispettano le regole, ci debbano rimettere tutti».

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