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Roma Capitale atto finale

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Entro venerdì il parere definitivo L'Ente speciale avrà 15 Municipi e più poteri su ambiente e turismo

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Il«no» alle Olimpiadi del governo Monti ha turbato non poco gli stessi rappresentanti del Pdl. Un motivo in più, semmai ce ne fosse stato bisogno, per spingere l'acceleratore sulla riforma istituzionale che concede alla Capitale dignità e poteri. I tempi, anche in questo caso, sono ormai agli sgoccioli: entro venerdì infatti le commissioni bicamerali agli Affari costituzionali dovranno aver votato il parere definitivo. Poi spetterà al Consiglio dei Ministri firmare la riforma così completata. A lavoro dunque per gli ultimi dettagli, quelli più importanti, come ad esempio la definizione della valorizzazione del patrimonio culturale, artistico e monumentale per la quale ieri è stato udito in commissione Andrea Carandini, presidente del Consiglio superiore per i Beni culturali e paesaggistici. Oggi sono attese le audizioni del sindaco Alemanno, della presidente della Regione Polverini e del presidente della Provincia Zingaretti. Il termine poi per il Consiglio dei ministri scadrebbe il 19 febbraio, domenica prossima. Un termine, è bene chiarire, non perentorio. Atteso dunque per i primi giorni della settimana prossima il via libera del governo. La strada, a questo punto, sembra in discesa: Roma diventerà ente speciale e per le sue leggi si farà riferimento al Testo unico di Roma Capitale e non più al Testo unico degli enti locali. In altre parole il Campidoglio avrà una normativa autonoma rispetto a tutti gli altri comuni italiani. A partire dal ruolo dei consiglieri, fino alla gestione di ampi settori come il turismo ad esempio, risorsa sempre più preziosa.Non tutto finisce con la firma di Palazzo Chigi però. Anzi, per quanto riguarda Campidoglio, Provincia e Regione, si tratta di un punto di inizio. Da quel momento infatti scatteranno i novanta giorni per la Regione Lazio per definire le deleghe da trasferire alla Capitale da una parte e i sei mesi concessi all'Assemblea capitolina per riscrivere lo statuto, dall'altra. «L'iter legislativo, comunque termina con la firma del governo - precisa il senatore Cutrufo, responabile Pdl per gli Enti Locali e per la riforma di Roma Capitale - questo siginifica che Roma si trasforma in ente speciale in gradi di gestire in modo più autonomo la sua amministrazione. La grande delusione per il no del governo solo alla candidatura di Roma si può compensare con il compimento dellì'iter di questa preziosa riforma, attesa da oltre mezzo secolo». Dita ancora incrociate dunque per il futuro di Roma. Un futuro, se vogliamo, più importante addirittura delle Olimpiadi perché rivoluziona poteri e servizi. A partire dal taglio dei quattro Municipi. Una vera rivoluzione che non solo toglie il posto a 120 amministratori, tra giunte e consiglieri municipali, ma che è destinata a creare equilibri politici e territoriali completamente diversi. Una sfida enorme. Molto più complessa di quella olimpica.

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