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L'allarme di Petrucci «Arriviamo con l'affanno»

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Itentennamenti del premier vanno per le lunge e Petrucci esce di nuovo allo scoperto: «Sono positivo e ottimista, ma il tempo passa e noi da domani (oggi ndr) dobbiamo comunicare il percorso che dobbiamo seguire al Cio. Il Paese è favorevole. Un sondaggio ha dimostrato che gli italiani vogliono le Olimpiadi e vogliono sognare. E poi non c'entrano niente i calcoli economico-finanziari perché le Olimpiadi aumentano il Pil e danno posti di lavoro, ci sono solo vantaggi, svantaggi non ne vedo. Stiamo veramente arrivando con l'affanno, credo che Monti alla fine dica sì, ma il tempo stringe». Petrucci ricorda che la lettera d'impegno da parte del governo resta «un presupposto indispensabile per il prosieguo» della candidatura olimpica. Monti ha già spiegato che sta considerando il tema con molta attenzione. Ritengo che tale atteggiamento, che qualcuno ha definito freddezza, sia invece espressione di grande senso di responsabilità e di equilibrio, e che la decisione sarà presa entro i termini richiesti». «Al di là del mio ottimismo personale - aggiunge Petrucci - sono fiducioso per le decisioni del governo. Sono certo che non sfuggirà il fatto che le Olimpiadi possono essere l'occasione per un grande risveglio di orgoglio nazionale, per dimostrare al mondo il valore e le capacità del nostro Paese. Insomma, un'occasione da non perdere». Il sindaco Alemanno ribadisce che i Giochi saranno «pressoché a costo zero» e s'impegna a chiedere a Napolitano e Monti l'istituzione di una Commissione di Vigilanza su tutte le procedure che saranno avviate per le Olimpiadi per garantire iter «normali e veloci» senza ricorrere a procedure straordinarie come avvenuto in passato. «Abbiamo già tutti gli stadi e tutti gli impianti. Abbiamo invece bisogno di risanare il Tevere, di migliorare la viabilità e di restaurare o migliorare molti impianti. L'investimento rimarrà alla nostra città per un cambiamento profondo e per una vera modernizzazione di cui c'è bisogno. Oggi per Roma e per l'Italia, poter essere la sede delle Olimpiadi del 2020 sarebbe come ripetere il messaggio dato nel '60. Quelle Olimpiadi furono la fine del dopoguerra e l'inizio del boom economico. Oggi le Olimpiadi del 2020 possono essere la fine di un Paese nel declino e un Paese che si rilancia», spiega Alemanno. Daniele Di Mario

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