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Campidoglio ostaggio della guerra dei sondaggi

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Lorivela un sondaggio condotto da Swg per il Pd di Roma tra il 10 e il 13 gennaio 2012. E ancora, «il dato trova riscontro nella percentuale di coloro che nell'ultimo anno sono stati vittima di un reato, il 64%. Su questo ha un peso determinante l'aspettativa generata dalle promesse elettorali: il 64% ritiene che i problemi di sicurezza urbana siano aumentati dopo l'elezione di Alemanno in Campidoglio». Così il Pd Roma in conferenza presenta un dettagliato sondaggio, al quale, come per incanto, dopo circa tre ore ne risponde un altro, quello dell'Ipsos diffuso dal Campidoglio: «Cresce il gradimento dei cittadini romani per i principali servizi erogati dall'amministrazione capitolina. Secondo l'ultima rilevazione effettuata fra il 13 e il 14 gennaio su un campione di 1000 interviste - si legge nella nota - la valutazione complessiva dei servizi comunali è aumentata di tre punti, passando da 44 di ottobre scorso a 47». Ora, a prescindere (ma non troppo) dal fatto che i sondaggi dovrebbero comunque avere un fondamento matematico inopinabile, appare assai curioso non tanto che il 71% dei romani bocci il sindaco sulla sicurezza, quanto che il 64% degli intervistati sia stato vittima di un reato. Allo stesso modo impressiona la tempestività con la quale il Campidoglio ha dato notizia del sondaggio, svolto guarda caso nello stesso periodo di quello del Pd ma con una forbice temporale inferiore, secondo il quale il 55% dei romani è soddisfatto dei servizi e dunque a ricaduta dell'operato del sindaco Alemanno. Sarebbe interessante, a questo punto, capire il campione degli intervistati: età, sesso, occupazione e magari anche zona di abitazione. Possibile che per il Pd ben oltre la metà degli intervistati abbia paura e addirittura abbia subìto un reato e l'altra metà dei romani, secondo il Campidoglio, risulti invece ben felice dei servizi cittadini? A perdere, in tutto questo, è non solo la statistica (che pure è riconosciuta come scienza) ma soprattutto la politica. Inutile recitare le decine di note stampa di consiglieri e responsabili di partito di entrambi gli schieramenti. Quello che andrebbe detto, piuttosto, è che invece di spendere soldi e tempo in sondaggi nei quali si possano o meno rispecchiare i romani, i due partiti maggiori della Capitale d'Italia potrebbero svolgere una diversa attività politica, come ad esempio per quanto riguarda il Pdl riaprire i circoli territoriali e per quanto riguarda il Pd potenziare e meglio organizzare gli esistenti. Le risposte vere, tanto, i cittadini le danno nelle urne. Susanna Novelli

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