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Alemanno in Tribunale: «Erano millantatori»

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Èquanto ha affermato ieri in Tribunale il sindaco di Gianni Alemanno comparso come teste nel processo che vede imputate otto persone accusate di avergli prospettato nel 2006, quando era parlamentare, l'acquisto di un dossier che avrebbe contenuto informazioni compromettenti su esponenti politici. Alemanno, davanti al giudice ha ricostruito la vicenda cominciata all'inizio del 2007. «Fui contattato dall'allora mia segretaria Giovanna Romeo - ha detto - che mi parlò di persone appartenenti ad apparati dello Stato che avevano informazioni importanti su alcuni esponenti politici coinvolti in alcuni scandali. Mi disse che bisognava ascoltarle. E così, approfittando dei miei poteri ispettivi consentiti a un parlamentare in vista di possibili interrogazioni, chiesi alla Romeo di incontrare queste persone nel mio ufficio privato in via di Lucina». Si trattò di un incontro breve, «durato circa venti minunti». «Per capire se si trattassero di truffatori o millantatori», il sindaco contattò il giornalista Gianpaolo Pellizzaro, che aveva lavorato in commissione stragi e in quella Mitrokhin, «gli chiesi» se poteva «incontrarli per capire chi avevamo di fronte e valutare la valenza del materiale che andavano offrendo. Pochi giorni dopo lo stesso Pellizzaro mi disse che si trattava di soggetti che pescavano nel torbido, persone pericolose e mi consigliò di presentare con urgenza una denuncia all'autorità giudiziaria e così feci subito. Il tutto si chiuse in circa quattro giorni». In merito a come queste persone abbiano avvicinato la sua assistente, il sindaco ha aggiunto che la Romeo «non fu troppo precisa né mi spiegò l'effettiva finalità perseguita da queste persone». Il presunto dossier avrebbe riguardato Prodi, Fassino, D'Alema.

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