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Dieci milioni per la morte della moglie

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Èquanto chiede alle amministrazioni dei due nosocomi con un ricorso al Tribunale civile Isidoro D'Amato, 58 anni, marito della donna, all'epoca 53enne, deceduta nel gennaio 2003. Secondo l'uomo, la morte è stata causata da una serie di comportamenti del personale sanitario improntati alla negligenza e all'imperizia, ma gli accertamenti della magistratura penale si sono conclusi con una archiviazione del procedimento intentato per omicidio colposo. Una perizia del consulente di D'Amato, è detto nel ricorso, ha recentemente stabilito invece che la morte della donna è stata conseguenza diretta «della condotta, censurabile sotto il profilo anche professionale, dei medici che la ebbero in cura». Alla luce di quella consulenza, dopo essersi rivolto agli avvocati Anna Orecchioni, Lorenzo Amore e Giacinto Canzona, ha citato davanti al Tribunale le direzioni sanitarie degli ospedali chiedendo il risarcimento.

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