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I medici predicano bene e razzolano male

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L'attacco,ancora una volta, colpisce il Pronto Soccorso e arriva dalla Cimo-Asmd, sindacato dei medici ospedalieri e dei dirigenti medici. Da che pulpito, verrebbe da dire. Perché che il blocco del turn-over stia creando problemi agli ospedali è sotto gli occhi di tutti; così come che alcuni manager potrebbero lavorare meglio. Le critiche ci possono stare. Ma bisogna vedere da chi provengono. Il segretario regionale Cimo-Asmd Giuseppe Lavra dice: «È emergenza al San Camillo, il Pronto Soccorso è diventato una giungla e la Regione sta a guardare» e lamenta «carenza di personale medico e riduzione drastica dei posti letto, la situazione è al collasso». Secondo Lavra l'emergenzasarebbe «il frutto di una programmazione dissennata degli anni passati, che ha visto chiudere e ridimensionare i vari reparti senza tener conto che un Pronto Soccorso necessita di personale medico e di adeguati posti letto». Tutto giusto, in teoria. Piccola osservazione: Cimo-Asmd fino all'anno scorso è stato zitto quando a fronte dell'assunzione di 50 medici per il Pronto Soccorso, 28 sono stati destinati ad altri reparti in una sorta di autogestione interna. La direzione sanitaria ha poi provveduto a sanare la situazione sotto le pressioni della Cimo, ratificando i trasferimenti di fatto. Ora l'attacco del sindacato che lamenta mancanze e deficienze gestionali. Pochi medici vogliono lavorare in Pronto Soccorso e se si assecondano le loro volontà di essere trasferiti poi non si può gridare allo scandalo perché l'emergenza è sguarnita. Si poteva semplicemente non premere per farli trasferire, anteponendo il bene comune alle logiche corporativistiche. È una questione di onestà intellettuale, oltre che sindacale. Dan. Dim.

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