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Taxi sul piede di guerra. Oggi si decide lo sciopero

Protesta taxi

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È andata male a chi si aspettava ieri mattina posteggi taxi bianchi e caos al Circo Massimo. L'assemblea nazionale dei tassisti, indetta a Bologna la settimana scorsa, si è rivelata alla fine un mezzo flop. Annunciato, a dire il vero. Il «parlamentino» di domenica si era già spaccato sulla proposta di posticipare l'assemblea a mercoledì 18, cioè dopo l'incontro con il governo previsto per oggi pomeriggio. Una conferma che il sempre compatto fronte sindacale delle auto bianche segna proprio con le liberalizzazioni un punto, forse di non ritorno. All'assemblea alla quale hanno partecipato rappresentanti di tutta Italia di Unica-Cgil, Ugl, Fit-Cisl e Usb Federtaxi e Cisl, si è parlato con una voce sola: no al cumulo delle licenze, e quasi uno slogan: «Una licenza, un'auto, un turno».   I tassisti hanno spiegato che sono pronti a trattare «responsabilmente» col governo e porteranno delle proposte: tra queste, la flessibilità dell'orario di lavoro. Per oggi è previsto un sit-in a piazza Santi Apostoli, mentre, se l'incontro con il governo dovesse andare male da mercoledì è probabile scattino scioperi a oltranza. Una situazione complessa e difficile da definire perché se fino a poco tempo fa si poteva contare sul potere sindacale per "gestire" la base, oggi non è più così. Lo abbiamo visto giovedì sera quando, nonostante gli appelli di tutti i rappresentanti di categoria, le auto bianche di Roma si sono fermate creando nel giro di due ore il caos alla stazione Termini e a Fiumicino. Un segnale di forza che si è ripetuto ieri. Al contrario. I posteggi infatti erano pieni e non perché molte sigle sindacali hanno proposto di posticipare l'assemblea a dopo l'incontro con il governo ma per far capire che, adesso, è la base che comanda. Non è un caso se venerdì sotto Palazzo Chigi la maggior parte dei tassisti che protestavano erano giovani. Sono quelli che hanno preso la licenza quattro anni fa. Quelli che non hanno vissuto gli anni dei falchi e delle colombe e che i "vari" Bittarelli, Marinelli, Di Giacobbe, sono per lo più nomi che girano ma non contano. Sono quelli che per pagare la licenza hanno acceso un mutuo e adesso sono disposti a tutti pur di non perderla.   Per questi motivi il solido fronte sindacale delle auto bianche è di fatto già crollato. È accaduto circa due anni fa, con il "papocchio" del nuovo regolamento comunale. L'aumento delle tariffe, che altro non è che l'adeguamento Istat atteso dal 2003, è stato trasformato in tutto. Dalla ricevuta automatica a tutta una serie di sconti; dal manuale del buon conducente a una ricevuta automatica che non serve a nulla. Il risultato è stato un paio di sentenze del Tar, decine di sedute in Consiglio comunale, aumenti delle tariffe che, forse, arriveranno a fine mese. Dopo otto anni di attesa e un braccio di ferro che, alla fine, non conta né vincitori né vinti. Un trascorso importante questo per capire come oggi, di fronte a una rivoluzione così netta dell'intero settore, i tassisti non "tesserati" (e ormai sono la maggior parte) siano davvero pronti a tutto. Stavolta sono loro ad "accendere" o "spegnere" la protesta. A decidere se bloccare o meno la città. E lo faranno già da questa sera, a seconda dell'esito dell'incontro di oggi pomeriggio con il governo.

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