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Gianni salva le stufe ma non le concessioni

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Sul tavolo di Corsetti già 150 verbali. In caso di recidiva saracinesche giù fino a 3 giorni

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Èil primo avvertimento nei confronti degli esercenti del centro storico che hanno tenuto in questi ultimi sei mesi all'interno o all'esterno dello spazio autorizzato, stufe o tendoni di plastica. In caso di recidiva, sono tutti a rischio chiusura del locale da uno a tre giorni. Lo dice chiaramente l'art.6 della legge nazionale numero 77 del 1997, che dà l'opportunità alle amministrazioni di comminare un provvedimento di chiusura del locale in caso di "difformità degli arredi". Linea adottata dagli uffici del I Municipio. Il terzo verbale fa partire automaticamente la decadenza del titolo, come è scritto anche nella delibera 75 all'art.9, e non la rimozione o la sanzione degli arredi. In poche parole, significa che decine e decine di esercenti pubblici in centro potrebbero vedersi avviare l'iter di chiusura dell'attività se già da questa mattina dovesse passare un vigile e constatare nei loro confronti, per la seconda volta, la difformità degli arredi. E l'ordinanza prorogata giovedì dal sindaco Alemanno, non potrà venire in loro aiuto. Nel senso che non potrà impedire il verbale, ma "solo" differire di due mesi il provvedimento sanzionatorio, vale a dire in questo caso la chiusura. Il presidente del I Municipio Orlando Corsetti lo dice chiaramente: «L'ordinanza del sindaco è inutile. Prima di tutto perché parla del divieto di rimuovere le stufe quando quelle stufe, in base alla delibera 75, non si possono rimuovere né si può sanzionare a causa della loro difformità dall'arredo. E poi perché non fa altro che differire un provvedimento sanzionatorio, e non evitare il suo avvio, che diventerà esecutivo dopo un paio di mesi». Quando poi non si parla addirittura di decadenza del titolo, che a dire di Corsetti non è affatto una possibilità remota visto che «solo nelle ultime settimane sono stati elevati nelle piazze e nelle vie del centro storico tanti verbali per difformità nei confronti di esercizi pubblici, di cui decine erano già al secondo verbale». Ancora uno e per questi scatterebbe l'iter di decadenza. Il presidente del I Municipio sa bene che si tratta di un provvedimento eccessivo e dice anche che per questo motivo «non è stato mai finora applicato». Ma nel caso del blitz di giovedì a Campo De'Fiori sono già 13 i provvedimenti per difformità di arredo elevati che l'ordinanza di Alemanno non ha potuto impedire. «Voglio dire ancora una volta agli imprenditori del Centro di mettersi in regola e di non credere alle rassicurazioni del sindaco - spiega Corsetti - I vigili urbani possono elevare verbali anche in presenza di un arredo difforme che si trova all'interno dello spazio in concessione». In piazza della Rotonda, per esempio, ieri mattina gli esercenti (i primi a cui sono stati sequestrati i caloriferi prima delle festività natalizie), si dichiaravano soddisfatti dell'ordinanza e hanno riposizionato i funghi all'esterno. Una mossa che, se dovessero ricominciare i blitz della polizia Municipale, agli esercenti potrebbe costare davvero molto cara.

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