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Roma Capitale, la Lega non conta più

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Roberto Calderoli

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Che la Lega Nord non sia mai rientrata tra le simpatie del sindaco Alemanno è cosa ben nota. Tanto che tra le prime dichiarazioni rilasciate il 21 novembre, quando il primo Consiglio dei ministri presieduto da Mario Monti firmò il secondo decreto di Roma Capitale, dichiarò: «Il decreto era bloccato dagli atteggiamenti della Lega». Atteggiamenti che si sono confermati anche ieri, quando il Carroccio ha preso la palla al balzo dell'assenza del governa in Commissione Bilancio al Senato sulla discussione del secondo decreto della riforma. «La Lega Nord ha bloccato il il decreto su Roma Capitale - hanno annunciato in una nota i senatori del Carroccio Garavaglia e Vaccari - l'assenza del governo è un affronto al lavoro del Parlamento che però ci ha dato l'opportunità politica di bloccare il decreto e quindi non discuterlo e rinviarlo». Difficile comprendere il "merito" del partito di Bossi in questa vicenda se non una mera strumemntalizzazione «ridicola e stucchevole», come la definisce il senatore Pd, Raffaele Ranucci. Al di là dell'utilizzo politico-popolare sull'ormai poco calzante concetto della Roma ladrona, un dato è certo: il partito di Bossi non è più determinante per il buon esito della riforma che, ricordiamo, gode fortunatamente di un consenso assolutamente bipartisan. Questa certezza, oltre al voto sull'arresto del parlamentare Pdl Cosentino, hanno di fatto rescisso ogni legame della Lega con il Pdl. «Sono ben contento che l'alleanza con la Lega sia finita e mi auguro per sempre», ha così risposto il sindaco Alemanno interpellato alla trasmissione di Raitre Agorà. Una frase sincera che ha scatenato il battibecco con l'altro ospite presente, il leghista Igor Iezzi. Frena, invece la governatrice del Lazio, Renata Polverini: «In politica a me hanno insegnato che è meglio non dire mai la parola fine, perché poi si è costretti a rimangiare posizioni troppe nette. Certo in questo momento essere il sindaco di Roma, che è continuamente attaccato dalla Lega, può creare qualche problema in più. Se si guarda all'atteggiamento che troppo spesso alcuni parlamentari, per fortuna non tutti, hanno nei confronti di Roma o comunque di una parte del parte del paese, è chiaro che sono molto perplessa e a volte preoccupata». Poi, ancora, sul famoso pranzo a piazza Montecitorio: «Noi avremo dovuto mangiare la polenta e loro la pajata - ha ricordato la Polverini - ma è durato poco ed è tutto finito».

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