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Le coccole di Gianni e la strigliata di Renata

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Ilrischio è di proletarizzare settori dei quali potrebbero impossessarsi i grandi gruppi». La governatrice Polverini non è proprio dello stesso avviso. Pur premettendo che la sua posizione «è dalla parte dei tassisti», specifica: «Bisognerebbe parlarci e spiegare loro che più licenze potrebbero voler dire maggiore offerta ma anche probabilmente poter lavorare di più. Il taxi potrebbe diventare un mezzo pubblico non solo per chi può permetterselo. Alla fine questo potrebbe essere un vantaggio anche per loro». Una posizione difficile da spiegare alla maggior parte dei conducenti delle auto bianche romane che di liberalizzazioni proprio non vogliono sentir parlare. Ciò che pensa in proposito Alemanno, invece, non è una novità, dal momento che spesso si è schierato al fianco dei tassisti. «Io mi auguro che non ci sia necessità di scendere in piazza - dice il primo cittadino - E mi auguro che il governo comprenda che le liberalizzazioni vanno fatte nel settore economico, dei grandi gruppi, nei poteri forti: banche, assicurazioni e realtà petrolifere. Invece, per quanto riguarda i tassisti, ma stesso discorso si potrebbe fare sulle professioni o anche sul commercio, non siamo di fronte a liberalizzazioni, ma di fronte a deregolamentazioni che servirebbero soltanto a impoverire una categoria e a renderla mercè delle speculazioni di grandi gruppi. A Roma ci sono 7.000 taxi, in colonna davanti alle stazioni, che non fanno una lira e hanno un reddito bassissimo». Poi Alemanno lancia un'idea: «Propongo di affidare ai sindaci il compito di regolamentare la realtà dei taxi, in modo tale che sia città per città a fare dei regolamenti precisi da questo punto di vista». Il presidente della Regione, invece, pare essere più in sintonia con la posizione del governo Monti: «Purtroppo, quando si parla di liberalizzazioni si alzano tutti gli scudi immaginabili».

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