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A Tor Vergata macchinari a rischio

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Inparticolare, a suscitare preoccupazione la mancata proroga agli unici tre ingegneri clinici in servizio al nososcomio. «Il contratto di questi tre professionisti è scaduto il 30 dicembre - spiega il dirigente Ugl Università e Ricerca, Duccio Prosperi - e a oggi non sappiamo se verrà rinnovato. Una situazione paradossale perché se ora si rompe un macchinario non c'è nessuno che lo ripari. Non da meno, stiamo parlando di tre padri di famiglia che percepiscono uno stipendio di circa 1.500 euro al mese e che non sanno ancora se hanno o no un lavoro». Il policlinico di Tor Vergata conta 500 posti letto, 1.300 dipendenti e oltre 8 mila macchinari tra tac, risonanze, defibrillatori, monitor. Numeri sui quali è già difficile pensare ci lavorino soltanto in tre. «Va inoltre sottolineato - continua Prosperi - che gli ingegneri clinici, oltre a svolgere un prezioso supporto nel caso di malfunzionamento o rottura di un macchinario, controllano i lavori effettuati dalle ditte esterne per la manutenzione. Risparmiare su questi tre stipendi, che sono anche modesti rispetto alle professionalità, significa creare un danno maggiore alle casse del policlinico e della Regione». Chissà se la mancata proroga ai tre ingegneri clinici di Tor Vergata sia frutto di un taglio indiscriminato ai costi della sanità o semplicemente una "distrazione". Lo scopriremo probabilmente dall'esito degli incontri che si stanno avendo in questi giorni con la Regione. Al momento resta solo sperare che non si rompa alcun macchinario. Una situazione che potrebbe costare molto più dei circa 5 mila euro al mese per i tre ingegneri clinici. S.N.

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