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Legionari fuorilegge e guide abusive Suk all'ombra dell'Arco di Costantino

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La Municipale impotente. Gli abusivi scappano e tornano dopo le retate

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Qui,anche chi è abusivo non crede di esserlo: «Se i vigili mi fanno la multa? No, e perché mai dovrebbero?», si stranisce un centurione. Effettivamente, la polizia è lì, a pochi metri: «L'importante è che non pretendano soldi ma avvicinino i turisti chiedendo solo offerte, insomma che li lascino liberi di decidere se dargli qualcosa per la foto o no», ci istruisce un agente. Finché si parla di centurioni, la linea sembra essere quella della tolleranza. E gli altri? Decine e decine di statue viventi, artisti di strada, bengalesi col sacco in spalla, camion bar e banchetti itineranti? Quando va bene, quando insomma non giocano a guardie e ladri con la polizia dando, questa volta sì, spettacolo attorno al Colosseo, si scelgono le loro postazioni, e lì restano, indisturbati, fino alla retata successiva. Gli agenti della Municipale le hanno provate tutte. Arrivando in bus, in borghese, per evitare che le sentinelle lanciassero il segnale di fuga ai colleghi. Camuffandosi da operatori ecologici, addirittura da legionari, con tanto di elmo e armatura. Operazioni, quelle condotte all'ombra del Colosseo, che spesso hanno fatto seguito alle querele degli operatori autorizzati contro il racket di centurioni e guide turistiche. «Siamo costretti a subire intimidazioni e violenze», denunciavano alcune agenzie che, da quella piazza, pericolosamente lottizzata tra regolari e abusivi, venivano allontanate sotto minaccia. Il quadro da allora, trascorso qualche mese, non sembra migliorato. L'ordine è solo apparente. Guide turistiche, centurioni, ambulanti, tutti guardano con sospetto ai «nuovi» e, quando non possono segnalare il caso agli agenti perché anch'essi irregolari, iniziano le litigate. Non ne fanno mistero, del resto, i diretti interessati. «Le nostre licenze sono regolari – spiega Marco, ambulante di souvenir al Colosseo dal '98 – Le abbiamo ereditate in famiglia e paghiamo la nostra quota annuale di occupazione di suolo pubblico. Il problema qui sono gli abusivi, noi cerchiamo di allontanarli, ci facciamo anche delle belle litigate, ma è complicato anche per gli agenti, dopo le retate tornano e sono tantissimi, arrivano a centinaia». «Non è solo una questione di concorrenza - aggiunge Massimiliano, guida turistica da 11 anni che al Colosseo emette fattura – ma anche di ordine pubblico. Spesso noi veniamo additati come coloro che non lasciano spazio ai nuovi, in realtà siamo solo prudenti perché qui truffatori e borseggiatori sono dietro l'angolo, anzi siamo noi, che ci conosciamo ormai tutti, a fare da sentinelle allontanando i malintenzionati». Il mercato, compreso quello dei prezzi, è quindi chiuso: «Applichiamo più o meno tutti le stesse tariffe per evitare di farci la guerra tra noi – continua Massimiliano – intorno ai 25 euro nei periodi di punta, per poi scendere di molto dopo le feste. Certo che se qualcuno fa il furbo chiedendo 5 euro capiamo che qualcosa non va». E se davvero una guida volesse percepire solo 5 euro per il tour? «È impossibile, o vendono il ticket usato o danno buca all'appuntamento». Stando ai numeri di Marco e Massimiliano, di regolari al Colosseo ci sarebbero una ventina di ambulanti, quindici guide ufficiali e circa trenta centurioni. Gli altri, quelli che ieri pomeriggio erano assiepati lungo via dei Fori attendendo che la Polizia se ne andasse e i vari gestori di banchetti improvvisati, lì non potrebbero sostare. Discorso a parte, infine, per la «casta» dei centurioni: «È un simbolo della romanità – spiega uno di loro che si fa chiamare pomposamente Giulio Cesare, 40 anni con trascorsi da artista, convertito centurione per evidenti vantaggi economici – non è giusto che arrivino qui gli stranieri e ci prendano il posto, quando succede li facciamo allontanare». Come fate? «A parole». Il fatto è che sarebbero abusivi entrambi: «Ma se siamo troppi qui non si guadagna più. Oggi riusciamo ancora a prendere sui 30 euro al giorno ma con questa crisi diventa sempre più difficile».

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