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È incinta. Tenta di gettarla nel vuoto

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Albanese geloso picchia la fidanzata in albergo. Arrestato

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Calci,pugni e colpi sferrati con alcuni soprammobili della stanza d'albergo. Poi l'ha costretta a salire su una sedia davanti alla finestra del terzo piano e ha cercato di buttarla di sotto. Un tentativo fallito, per fortuna, grazie alla segnalazione di un cittadino che aveva visto la scena e si è attaccato al telefono dando l'allarme al 112. Così i carabinieri del Nucleo Radiomobile, agli ordini del colonnello Mauro Conte, sono intervenuti in tempo record e hanno salvato la giovane donna al quarto mese di gravidanza, arrestando il suo violento convivente. Una Vigilia che rischiava di finire in tragedia per la povera albanese incinta. Lei ha 33 anni. Lui 36. Si conoscono da poco e da un paio di settimane hanno intrecciato una relazione. La ragazza aspetta un figlio, ma non è dell'attuale compagno. Sarà questo, sarà che sabato pomeriggio lui la vede parlare con un altro e s'ingelosisce. I due litigano e l'uomo, per calmarsi, se ne va in giro per qualche ora. Quando torna, visibilmente ubriaco, nell'hotel di via Marsala, in zona Termini, sorprende la fidanzata («Mia moglie», dirà più tardi ai carabinieri. «È solo il mio compagno da poco e non è il padre del bambini», preciserà lei) al telefono e la sua furia esplode. A nulla valgono le spiegazioni della poveretta. Il focoso convivente è convinto che stia parlando con il suo rivale e questo gli basta per passare all'azione. Prima la picchia a mani nude, la prende a pugni e a calci infischiandosene del suo stato critico. Poi afferra quello che trova nella stanza e continua l'inesorabile pestaggio. Infine, la costringe a salire in piedi su una sedia davanti alla finestra della camera d'albergo, al terzo piano dello stabile, e cerca di spingerla nel vuoto. La donna resiste come può, mentre un vicino chiama la sala operativa dell'Arma. Poco dopo in via Marsala arriva una «gazzella» a sirene spiegate. I militari bloccano l'albanese prima che riesca a portare a termine la «defenestrazione». La donna viene accompagnata al Policlinico Umberto I. I medici riscontrano un trauma cranico contusivo, una ferita alla testa e altre alle braccia e la giudicano guaribile in dieci giorni di cure, trattenendola in Osservazione. In base a un primo e sommario esame, il feto non avrebbe subito alcuna conseguenza a causa delle percosse. Ma saranno necessari ulteriori esami per accertarlo con sicurezza. Lo straniero è stato arrestato dagli uomini del colonnello Conte con l'accusa di tentato omicidio aggravato. E il giorno di Natale l'ha trascorso in cella a smaltire la sbornia e la gelosia.

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