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Gli danno una casa dopo 12 anni ma è occupata dagli abusivi

Alfredo Antoniozzi

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Dodici anni di battaglie e ancora una chiave da conquistare. È la storia, assurda, del signor Giovanbattista Di Salvo e di sua moglie Hanna, 70 e 69 anni che nel 2000 hanno fatto la prima richiesta di un alloggio popolare al Comune di Roma. È cominciato allora il calvario degli anziani coniugi, che vivono con assegno sociale e che, ancora oggi, si sono visti letteralmente «scippare» l'ennesima opportunità di vedere rispettato un proprio diritto. Andiamo per gradi. Dopo quattro anni di attesa e con un'emergenza abitativa ormai cronica, l'allora amministrazione Veltroni decise di utilizzare alcuni immobili anche fuori la Capitale pur di garantire un alloggio a quanti ne avevano bisogno. Nel 2004, i coniugi Di Salvo diventano così assegnatari di un appartamento ad Anzio. I disagi cominciano subito, non solo per continui episodi di criminalità ma soprattutto per la malattia della signora Hanna, invalida civile, ischemica e cardiopatica, già operata di cancro e che deve sottoporsi a continui spostamenti da Anzio a Roma per ricoveri e terapie. Per questo, nel 2006 il signor Di Salvo presenta al Campidoglio la prima richiesta di cambio alloggio. Il caso venne anche sollecitato in Consiglio comunale dall'allora consigliere dell'opposizione e oggi assessore al Commercio, Davide Bordoni. Dall'ufficio emergenza abitativa dell'assessorato al Patrimonio rassicurano che il «caso Di Salvo» è il primo ad essere lavorato. Peccato però che siamo già nel 2011. E non solo. Tra le fine di ottobre e i primi di novembre arriva infatti l'agognata comunicazione della disponibilità di un alloggio a Roma, in via Luca della Robia 36. All'interno del complesso immobiliare di Testaccio, ancora di proprietà del Comune, si è infatti liberato un mini appartamento. Il 9 novembre è la data fissata per realizzare, finalmente non tanto il sogno di abitare a Roma, quanto quello di evitare alla signora Hanna il martirio dei continui viaggi per le terapie che è costretta a fare. Il signore Di Salvo arriva anche a firmare il verbale di consegna di quel mini appartamento. Pronto, con le valigie in auto, arriva la telefonata dell'ufficio predisposto. «Siamo spiacenti, ma il suo appartamento risulta occupato abusivamente da quattro adulti e due minori». Adesso non resta che aspettare l'intervento dei vigili e non solo. In presenza di minori lo sgombero, ovviamente, assume procedure particolari e più lente. Tutte condizioni che evidentemente gruppi "ombra" organizzati conoscono bene. Purtroppo, infatti, la storia del signor Di Salvo non è la prima che conquista le cronache e tutto fa pensare che non sia neanche l'ultima. Le occupazioni abusive rappresentano non solo un danno inaccettabile per chi correttamente e legalmente aspetta la graduatoria in condizioni di vita spesso estreme, confidando nella buona amministrazione, ma anche un vero e proprio affare. Difficile credere che le occupazioni abusive, così come le finte vendite, siano a costo zero. L'ex assessore Minelli (giunta Veltroni) aveva creato una task force proprio per sconfiggere le occupazioni abusive. A poco è servito. Speriamo, ancora, in una risposta chiara e forte del sindaco Alemanno.

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