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Dopo Roma Capitale arriva il colpo di grazia sui Municipi

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Mache la manvora Monti mettesse in discussione l'esistenza stessa dei Municipi capitolini lo hanno capito, in pochi, soltanto ieri. Il primo a cogliere «la sfumatura» è stato il consigliere regionale Pdl, Andrea Bernaudo. «Se davvero nel decreto legge del Governo è previsto che la titolarità di qualsiasi carica, ufficio o organo di natura elettiva di un ente territoriale non previsto dalla Costituzione è a titolo onorifico e non può essere fonte di alcuna forma di remunerazione, indennità o gettoni di presenza, cosa ne resterà dei Municipi di Roma Capitale? - chiede Bernaudo - Il prof. Monti pretende che gli eletti nei Municipi debbano rinunciare anche ai 600,700 euro netti che percepiscono oggi? È con questi grandi risparmi che si sana il debito pubblico? Sull'onda dell'anti-politica ammazziamo proprio quelli che, con le preferenze, si sono fatti eleggere per servire i cittadini sul territorio. Se il Governo vuole eliminare i Municipi di Roma Capitale lo scrivesse chiaro, è una scelta politica, oppure in Parlamento si specifichi meglio a quali enti territoriali non previsti nella Costituzione si fa riferimento, e si escluda subito che a lavorare a titolo onorifico siano proprio gli eletti nei Municipi che combattono ogni giorno in trincea accanto ai cittadini». Un colpo durissmo, se confermato, per l'intero sistema di rappresentanza politica di Roma Capitale, tra le città più grandi d'Europa che rischia così di dover essere governata da un'assemblea capitolina a 48 consiglieri e Municipi in cui il reddito diventerà requisito fondamentale per essere eletti e per svolgere dunque gratis il faticoso mestiere del consigliere municipale. Sulla vicenda sono intervenuti poi alcuni esponenti capitolini, mentre, curiosamente tacciono i diretti interessati. «È quasi banale ricordare che un municipio romano è più grande di una media città italiana di provincia, e più popoloso di molti capoluoghi - sottolinea il presidente della commissione capitolina al Bilancio, Federico Guidi - sarebbe quindi paradossale che, per risparmiare pochi spiccioli di fronte alla complessità della crisi, si vada a colpire l'organo di rappresentanza più diretto e vicino ai cittadini. Mi auguro che il Governo ci ripensi velocemente e che i parlamentari romani correggano un provvedimento irricevibile». Ad annunciare un ordine del giorno in Aula Giulio Cesare che ha come primo firmatario il capogruppo Pdl, Luca Gramazio e che chiede di preservare gli eletti nei Municipi, sono i consiglieri pidiellini, Federico Mollicone e Andrea De Priamo. Sus. Nov.

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