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Esplode la villa a Capena. Muore sotto le macerie

Capena, vigili del fuoco al lavoro dopo l'esplosione della villa

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CAPENA Tutto ciò che resta della villetta è una montagna di macerie. A terra, coperta da un lenzuolo bianco, mamma Anna Maria. Al momento della deflagrazione era sotto la doccia, non ha avuto scampo. Sua figlia, Debora, ricoverata all'Umberto I di Roma con lesioni e ustioni soprattutto al volto, è viva per miracolo: avvertito il primo scoppio è corsa fuori in giardino, evitando di venire investita dalla valanga di detriti. Un boato tremendo, e la casa si è sbriciolata come un modellino di cartapesta: l'esplosione, stando alle prime informazioni raccolte da militari e vigili del fuoco, sembra sia stata causata da una fuga di gas, o comunque da un'anomalia nel funzionamento del bombolone di Gpl che serviva l'impianto a gas dell'abitazione.   I carabinieri di Monterotondo hanno ricevuto le prime telefonate dei vicini della villetta al civico 19 di via delle Viole intorno alle 11,15 di ieri mattina. Descrivevano uno scenario apocalittico: «È esplosa una bomba», «in via delle Viole piovono vetri», «venite subito, qui saltiamo in aria tutti». In cinque minuti sono giunti sul posto insieme ai carabinieri della Stazione di Capena e ai vigili del fuoco di Roma e Montelibretti e dato il via alle ricerche servendosi anche dell'ausilio delle unità cinofile. Per la mamma, Anna Maria Curini, pensionata di 58 anni, non c'era più nulla da fare. Il suo corpo è stato ritrovato in quella che originariamente era il bagno, ricoperto di polvere e calcinacci. Era invece cosciente, sebbene in evidente stato di choc, la figlia di Anna Maria, Debora F., di 35 anni, che al momento del primo boato ha avuto la prontezza di uscire in giardino. La ragazza è stata trasportata all'Umberto I: fino a ieri sera, ancora non sapeva nulla di quanto accaduto alla madre. I medici assicurano che non corre pericoli: per le ustioni al viso ci vorrà tempo, ma le cicatrici di questa tragica giornata saranno ben altre per lei. Della villetta non è rimasto nulla. I carabinieri, insieme ai vigili del fuoco, hanno estratto da quella montagna di morte qualche bolletta, i quaderni di Debora. Del resto, niente può essere salvato. La pista che stanno seguendo gli investigatori, le indagini sono coordinate dalla Stazione dei Carabinieri di Capena, è quella della fuga di gas, o comunque di un malfunzionamento del bombolone di Gpl che, hanno appurato, era installato in casa. Ad avallare questa tesi anche il fatto che, stando alle dichiarazioni dei vicini della vittima, proprio giovedì, ovvero il giorno che ha preceduto l'incidente, tecnici della ditta che aveva installato l'impianto avrebbero eseguito lavori di manutenzione o controllo. I carabinieri valuteranno quindi se accertare eventuali responsabilità. Sono scossi anche i residenti di via delle Viole. Solo dopo aver fatto rientro nelle loro abitazioni, per l'intera mattinata interdette all'accesso su disposizione dei vigili del fuoco, hanno capito la portata del disastro. Intercapedini e portoni blindati crepati, vetri infranti, macerie ovunque, saracinesche divelte: la conta dei danni riserva altre brutte sorprese. «Il botto si è sentito da Castelnuovo - racconta Maria con le mani che ancora le tremano - Mia figlia, disabile, non riesce a smettere di piangere». L'onda d'urto ha investito tutto, anche il giardino della signora Maria Pia, a una decina di metri dalla villetta: «La terra è piena di vetri, mi sembrava una grandine di ghiaccio, mai avuta tanta paura in vita mia».

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